Qualche tempo fa conobbi tramite il mio blog Sandra Evangelisti, che mi contattò chiedendomi qualche informazione su Mario Specchio, un professore di letteratura tedesca che curò la prefazione a “Gli occhi di Sonia”.
Dopo diversi scambi di battute via e-mail e su facebook, scoprii che Sandra oltre ad essere un’appassionata di teatro e letteratura, scrive poesie, e ha all’attivo due raccolte intitolate “Lascio al mio uomo” e “L’ora di mezzo”, gentilmente inviatemi per avere un giudizio. Premetto che non mi considero un esperto di letteratura, ma solo un appassionato, un amante della bella scrittura. Ed è unicamente con questo spirito che mi accingo a parlare dei libri di Sandra.
Inizialmente ho scorso velocemente le pagine di entrambi, tanto per capire il genere proposto. Poi mi sono soffermato su “Lascio al mio uomo”, che già dopo la prima lettura mi era rimasta impressa.
“Lascio al mio uomo”
Trattasi della prima raccolta di Sandra, pubblicata nel 2008.
Subito colpisce la scioltezza della scrittura. Versi liberi, ariosi, “morbidi”, che evocano immagini dolci e tiepide sotto le quali, paradossalmente, si cela un’immensa forza (una tensione) che risulta essere il motivo dominante della raccolta. Forza dell’amore? Certamente.
L’amore è il sentimento attorno al quale e dal quale nascono tutte le poesie qui presenti. Si parla di un amore vissuto, desiderato, il più delle volte idealizzato, ma comunque espressione del bisogno del poeta di amare ed essere amato (concetto dichiarato apertamente dall’autrice nella prefazione).
Il secondo elemento che balza agli occhi è la presenza della natura, una costante che dona a queste liriche freschezza ed eleganza. Sono immagini semplici ma allo stesso tempo intense, che rivelano segreti e stati d'animo del poeta. Non è casuale infatti l’accostamento tra il sentimento di amore della natura (e per la natura) e amore verso il prossimo. Il poeta, grazie alla sensibilità e alla tensione verso l'amore desiderato (una sorta di tensione verso l’infinito), diventa partecipe di quel principio universale per il quale la natura pervade e unisce tutti gli esseri del creato in una totalità. Amare significa dunque diventare partecipi di questo ciclo che implica dedizione totale, annullamento di se stessi nell’amore per la persona amata. Questa sembra essere l’unica possibilità per raggiungere la felicità assoluta, o quella che Sandra definisce l’”infinita gioia di un amore”.
“Rincorrersi, incontrarsi,
travolgersi, annullarsi
e ritrovarsi.
Gioco senza tempo,
nell’infinita gioia
di un amore”
O ancora:
Dolce,
appari nella sera d'estate.
Gentile Cavaliere.
Nella brezza marina.
Azzurro come un sogno.
Mi stai
dentro.
In più momenti il poeta si lancia senza freni e indifeso verso l’infinito, molto spesso, come dicevo in apertura, creando immagini apparentemente semplici.
Vorrei
un uomo semplice, che mi cullasse.
Per l'eternità.
La ricerca del poeta è rivolta a una dimensione sconosciuta che attrae e spaventa allo stesso tempo, e che forse per essere raggiunta necessita di un alto sacrificio: la solitudine dell’essere.
Fiori,
al davanzale.
Un camino acceso,
attende. Un giardinetto erboso,
per l'estate.
Li,
potrebbe stare,
tutto il mio cuore.
Rileggendo le poesie più volte, mi è parso di scorgere velo di erotismo molto sottile. Si parla infatti dell’amore nella sua totalità, e non esiste desiderio o bisogno di amore che non sia inteso anche come congiungimento fisico dei corpi.
Le pulsioni profonde fanno capolino qua e la molto delicatamente. Nella poesia A LUI, UNITA l’unione dei corpo viene esplicitata: è il compimento perfetto dell’amore che permette all’anima di volare e al corpo di sussultare.
E' un'esperienza intensa che conduce direttamente alla sfera del sublime, qualcosa che le parolo non possono dire:
E' una sensazione indefinita
quieto brivido che scende,
ecco non so perchè,
ora
qui
sulla soglia.
[...]Voglio restare qui,
accarezzata dal vento
che sussurra lieve,
accovacciata nell'erba.
Senza più parole.
“Lascio al mio uomo” è il classico libro inseparabile, da tenere a portata di mano per rileggerne ogni tanto un pezzo (magari sempre lo stesso), scoprendo ogni volta il gusto della prima lettura, o un significato sempre nuovo.
I libri di Sandra sono reperibili su IBS:
"Lascio al mio uomo", 2008, Midgard Editrice.
"L'ora di mezzo", 2008, Multigraf.
Piccola nota sull'autrice (dalla quarta di copertina de "L'ora di mezzo"):
Sandra Evangelisti è nata a Forlì nel 1964. Dopo gli studi classici, si è laureata in Giurisprudenza presso l'Unversità di Bologna. Lavora come cancelliere presso il Tribunale di forlì, città dove vive. Ha lavorato come cancelliere negli uffici giudiziari prima a Belluno nel 1996, e poi a Venezia fino al 2002. Ha pubblicato poesie sulle riviste letterarie "Confini" e "L'Ortica". La Sua prima raccolta è "Lascio al mio uomo" (Ed. Midgard, 2008), diciannove poesie dal timbro lirico dedicate all'amore, forza motrice e generatrice dell'umanità.
Dopo diversi scambi di battute via e-mail e su facebook, scoprii che Sandra oltre ad essere un’appassionata di teatro e letteratura, scrive poesie, e ha all’attivo due raccolte intitolate “Lascio al mio uomo” e “L’ora di mezzo”, gentilmente inviatemi per avere un giudizio. Premetto che non mi considero un esperto di letteratura, ma solo un appassionato, un amante della bella scrittura. Ed è unicamente con questo spirito che mi accingo a parlare dei libri di Sandra.
Inizialmente ho scorso velocemente le pagine di entrambi, tanto per capire il genere proposto. Poi mi sono soffermato su “Lascio al mio uomo”, che già dopo la prima lettura mi era rimasta impressa.
“Lascio al mio uomo”
Trattasi della prima raccolta di Sandra, pubblicata nel 2008.
Subito colpisce la scioltezza della scrittura. Versi liberi, ariosi, “morbidi”, che evocano immagini dolci e tiepide sotto le quali, paradossalmente, si cela un’immensa forza (una tensione) che risulta essere il motivo dominante della raccolta. Forza dell’amore? Certamente.
L’amore è il sentimento attorno al quale e dal quale nascono tutte le poesie qui presenti. Si parla di un amore vissuto, desiderato, il più delle volte idealizzato, ma comunque espressione del bisogno del poeta di amare ed essere amato (concetto dichiarato apertamente dall’autrice nella prefazione).
Il secondo elemento che balza agli occhi è la presenza della natura, una costante che dona a queste liriche freschezza ed eleganza. Sono immagini semplici ma allo stesso tempo intense, che rivelano segreti e stati d'animo del poeta. Non è casuale infatti l’accostamento tra il sentimento di amore della natura (e per la natura) e amore verso il prossimo. Il poeta, grazie alla sensibilità e alla tensione verso l'amore desiderato (una sorta di tensione verso l’infinito), diventa partecipe di quel principio universale per il quale la natura pervade e unisce tutti gli esseri del creato in una totalità. Amare significa dunque diventare partecipi di questo ciclo che implica dedizione totale, annullamento di se stessi nell’amore per la persona amata. Questa sembra essere l’unica possibilità per raggiungere la felicità assoluta, o quella che Sandra definisce l’”infinita gioia di un amore”.
“Rincorrersi, incontrarsi,
travolgersi, annullarsi
e ritrovarsi.
Gioco senza tempo,
nell’infinita gioia
di un amore”
O ancora:
Dolce,
appari nella sera d'estate.
Gentile Cavaliere.
Nella brezza marina.
Azzurro come un sogno.
Mi stai
dentro.
In più momenti il poeta si lancia senza freni e indifeso verso l’infinito, molto spesso, come dicevo in apertura, creando immagini apparentemente semplici.
Vorrei
un uomo semplice, che mi cullasse.
Per l'eternità.
La ricerca del poeta è rivolta a una dimensione sconosciuta che attrae e spaventa allo stesso tempo, e che forse per essere raggiunta necessita di un alto sacrificio: la solitudine dell’essere.
Fiori,
al davanzale.
Un camino acceso,
attende. Un giardinetto erboso,
per l'estate.
Li,
potrebbe stare,
tutto il mio cuore.
Rileggendo le poesie più volte, mi è parso di scorgere velo di erotismo molto sottile. Si parla infatti dell’amore nella sua totalità, e non esiste desiderio o bisogno di amore che non sia inteso anche come congiungimento fisico dei corpi.
Le pulsioni profonde fanno capolino qua e la molto delicatamente. Nella poesia A LUI, UNITA l’unione dei corpo viene esplicitata: è il compimento perfetto dell’amore che permette all’anima di volare e al corpo di sussultare.
E' un'esperienza intensa che conduce direttamente alla sfera del sublime, qualcosa che le parolo non possono dire:
E' una sensazione indefinita
quieto brivido che scende,
ecco non so perchè,
ora
qui
sulla soglia.
[...]Voglio restare qui,
accarezzata dal vento
che sussurra lieve,
accovacciata nell'erba.
Senza più parole.
“Lascio al mio uomo” è il classico libro inseparabile, da tenere a portata di mano per rileggerne ogni tanto un pezzo (magari sempre lo stesso), scoprendo ogni volta il gusto della prima lettura, o un significato sempre nuovo.
I libri di Sandra sono reperibili su IBS:
"Lascio al mio uomo", 2008, Midgard Editrice.
"L'ora di mezzo", 2008, Multigraf.
Piccola nota sull'autrice (dalla quarta di copertina de "L'ora di mezzo"):
Sandra Evangelisti è nata a Forlì nel 1964. Dopo gli studi classici, si è laureata in Giurisprudenza presso l'Unversità di Bologna. Lavora come cancelliere presso il Tribunale di forlì, città dove vive. Ha lavorato come cancelliere negli uffici giudiziari prima a Belluno nel 1996, e poi a Venezia fino al 2002. Ha pubblicato poesie sulle riviste letterarie "Confini" e "L'Ortica". La Sua prima raccolta è "Lascio al mio uomo" (Ed. Midgard, 2008), diciannove poesie dal timbro lirico dedicate all'amore, forza motrice e generatrice dell'umanità.
2 commenti:
Grazie Riccardo!
Questa è sicuramente la recensione più bella che sia stata scritta sulle mie poesie.Hai una grande sensibilità ed hai colto in profondità quello che volevo esprimere.
Ti ringrazio di cuore.
Sandra
sono contento che ti sia piaciuta, adesso voglio leggere bene anche L'ORA DI MEZZO e ti farà sapere.
Ciao
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