lunedì 20 settembre 2010

Grave Digger - The Clans Will Rise Again

E così alla fine anche i granitici Grave Digger hanno ceduto alla moda del disco “parte seconda”, scrivendo con il nuovo “The Clans Will Rise Again”, il seguito di “Tunes Of war”, il loro album più acclamato.
Purtroppo, come per la maggior parte dei sequel usciti in questi ultimi anni, il risultato è deludente e in questo caso anche preoccupante. Perché se da un lato è vero che i Grave Digger non si sono mai distinti per originalità o tecnica compositiva, dall’altro è naturale avere certe aspettative da una band che in 30 anni di carriera, grazie a ottimi album e dirompenti esibizioni live, ha contribuito nel suo piccolo a scrivere la storia del metal.
E invece quello che i nostri propongono nel 2010 suona tanto come un tentativo ruffiano e a tratti ridicolo di bissare il successo di “Tunes Of War”. Una manciata di riff triti e ritriti (l’inserimento del nuovo chitarrista Axel Ritt non ha avuto nessun effetto), ritornelli scontati e poco trascinanti (forse in chiave live renderanno di più), il tutto infarcito da cornamusa (esagerate) e suoni di battaglia che francamente imbarazzano non poco chi già conosce il capitolo precedente.
Per tutta la durata del cd si avverte una sgradevole sensazione di dejà vu ed è davvero difficile stilare una classifica dei brani.
Dopo l’intro di rito (con cornamusa ovviamente) si parte un po’ in sordina con “Paid in Full”, brano roccioso con un ritornello mediocre dal testo veramente banale (quasi uguale a quello di Scotland United). Nella successiva “Hammer Of The Scots” ritorna lo sferragliare di spade che inevitabilmente riporta alla mente la mitica “William Wallace”, anche se un paragone è impensabile.
Segue “Highland Farewell”, non male, della quale è stato anche girato un discreto video. La title track non dice più di tanto e a seguire troviamo “Rebels”, piuttosto riuscita con un bel ritornello. Seguono poi alcune pezzi veramente privi di personalità: “Valley Of Tears” (che ricorda troppo “Princess Of The Dawn” degli Accept), “Execution”, “Whom The Gods Love” (queste due davvero insignificanti) e altri quattro brani di cui si salva solo “Coming Home”, un mid tempo epico e potente da cantare a squarciagola.
Nemmeno l’ombra di un brano speed, di un bell’assolo o di un riff killer.
Dispiace dirlo, ma questo nuovo lavoro sembra un gran calderone dove i Grave Digger hanno furbescamente mescolato ciò che i fan hanno amato di più del capitolo precedente (cornamusa, spade, testi battaglieri, braveheart…).
D’altra parte, sarà proprio questa ripetitività a fare la felicità degli “aficionados” e a far vendere bene il disco!
Per tutti gli altri, meglio sorvolare.

Tracklist:

1. Days Of Revenge
2. Paid In Blood
3. Hammer Of The Scots
4. Highland Farewell
5. The Clans Will Rise Again
6. Rebels
7. Valley Of Tears
8. Execution
9. Whom The Gods Love
10. Spider
11. The Piper McLeod
12. Coming Home
13. When Rain Turns To Blood

Line up:

Chris Boltendahl - Voce
Axel Ritt - chitarra
Hans Peter Katzenburg - Tastiere
Jens Becker - Basso
Stefan Arnold – Batteria

Sito ufficiale: www.grave-digger-clan.com

La recensione è pubblicata sul sito www.entrateparallele.it

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