Nell’ora inquieta del riposo,
dell’ansia che gli orizzonti incrina,riappari tu,
amica dimenticata,
tra le eleganti vie di Weimar.
Ricordi?
La fanfara allietava la piazza piena di turisti,
e tu sorridevi nella buffa mantella azzurra,
percorrendo il giardino della casa di Göthe.
Guarda,
Com’eravamo vicini alla verità allora.
Protetti da una poesia senza tempo
che ci incantava a ogni respiro.
Non senti?
Come risuonano lontani ora quegli anni.
Come stona l’esistenza ora,
di fronte a quel meraviglioso concerto!
Sono lontano da tutto e da tutti.
Non ho più forze per resistere,
ai bagliori accecanti del vuoto immenso
che fluttua intorno a me.
(aprile 2010)
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