Avere un progetto è importante.
Abbandonare un progetto a cui ci si è dedicati con tanto impegno è un peccato. E lo è ancor più se il progetto è figlio di un sogno coltivato per lungo tempo.
Diverse persone mi hanno chiesto se ci sarebbe mai stato un successore a “Senza respiro”, e ho sempre risposto di no, pienamente convinto della fine di questa bella esperienza di “poeta dilettante” che mi ha portato piccole ma importanti soddisfazioni.
I motivi di questo abbandono? Fondamentalmente stanchezza, dovuta a un’enorme difficoltà nella divulgazione delle opere; feedback lento e il più delle volte insoddisfacente con rilascio progressivo e graduale di sconforto e demotivazione...
C’è però un altro motivo, più personale e profondo, che mi ha allontanato dalla mia attività: la consapevolezza di essere arrivato a un bivio, di aver cioè fissato sulla carta due importanti momenti che racchiudono in sé anche la forza del punto di rottura.
“Gli occhi di Sonia” può essere considerato come un riassunto delle esperienze vissute negli anni dell’Università, un periodo particolarmente denso di sensazioni e sentimenti contrastanti difficili da decifrare. Un periodo pieno di imprevisti e difficoltà, ma comunque positivo.
Con “Senza respiro” invece ho cambiato decisamente registro, cercando di esternare la rabbia ed esorcizzare certi stati d’animo negativi legati alle esperienze degli ultimi dieci anni, fatti di duro lavoro e di perdita di contatto con quel “mondo di sogno” vissuto precedentemente.
Entrambi i libri sono quindi un percorso che alla fine porta a una liberazione.
E poi?
E poi niente. Di colpo il vuoto. Una mancanza di stimoli e di emozioni che mi ha allontanato dai libri e dalla scrittura.
Eppure qualcosa ancora fremeva, una piccola fiamma era rimasta accesa, e qualcuno insisteva…
Così di colpo ho realizzato che la scrittura è ancora importante, e non può essere abbandonata. “Senza respiro” deve avere un successore. Se sarà degno non lo so, quello che è certo è che ci sarà.
A presto per tutti gli aggiornamenti.