martedì 25 novembre 2008

I suoni dell'inverno

L’inverno è arrivato.
In anticipo sul calendario, ma ben palpabile sulle punte delle orecchie rosse e doloranti quando si esce di casa.
Ed era ora.
Che le stagioni sono cambiate è ormai un luogo comune, e da tempo ormai lo sperimentiamo anche dalle mie parti (dove gli inverni sono sempre più miti e le primavere sempre più fredde), ma che a novembre ancora si esca con felpa e "spolverino" è davvero ridicolo.
Ben venga dunque questa piacevole ondata di freddo e gelo.
Questa breve incursione nel tempo atmosferico mi è stata indotta dall'ascolto di un malinconico disco intitolato “Judgment” (degli inglesi Anathema), dall'atmosfera gustosamente invernale.
Il disco è del 1999. La copertina mi sarà balzata agli occhi centinaia di volte tra riviste di musica e negozi di cd, ma non mi sono mai interessato più di tanto al gruppo e al genere proposto.
Fino a qualche settimana fa, quando per caso ebbi l’occasione (mettiamola così…) di ascoltare “A Fine Day To Exit” (uno dei loro ultimi lavori), molto apprezzato dalla stampa di settore. Il disco è un ottimo prodotto di rock alternativo e ambient (fortemente influenzato dai Pink Floyd), e ascoltandolo mi è tornata in mente la copertina viola di "Judgment", che ho deciso poi di acquistare.
Anche perchè stando alla storia del gruppo (consultabile sul sempre aggiornatissimo sito di Wikipedia), "Judgment" rappresenta il punto di partenza di una nuova fase musicale degli Anathema, visto che originariamente proponevano un doom/death che non ho mai digerito.
In realtà la storia narra che già dal cd "Eternity" del ’96 ci fu un brusco cambio di rotta nel genere proposto, orientato verso lidi più tranquilli con l’uso di voci pulite e atmosfere ambient. Ma è con "Judgment" che avviene la svolta decisiva, e il grande passo di qualità.
Siamo di fronte a un ottimo concentrato di rock “pinkfloydiano” dalle tinte leggermente psichedeliche (si ascolti la melodia paranoica di Parisienne Moonlight) e atmosfere ambient, intrise di una massiccia dose di malinconia.
La musica degli Anathema è in generale la voce del silenzio e dell'inverno, della solitudine e dell’abbandono. Il tempo sembra acquistare un ritmo diverso, a tratti più lento ma comunque inesorabile, ed è proprio lo scorrere del tempo (e della vita che lenta si spegne) il tema centrale dei testi dei brani.
La prima traccia, "Deep", ben rappresenta lo spirito dell’intero cd.
E’ difficile fare una classifica dei brani migliori, sono tutti molto belli. Spiccano per eleganza e intensità "Forgotten Hopes", "Make It Right" (con le tastiere in rilievo che mi ricordano un po’ Space-dye Vest dei Dream Theater), "One Last Goodbye", estremamente malinconica, "Judgment", dove l’aspetto rockettaro di colpo erompe; e su tutte "Emotional Winter", con un intro di “chitarra gabbiano” che suona Pink Floyd al 100% (impossibile non pensare a "Shine On You Crazy Diamond").
Chi non è avvezzo a tonalità cupe e malinconiche non apprezzerà la musica degli Anathema. Chi invece ha tempo per mettersi comodamente in poltrona e lasciarsi avvolgere da atmosfere oniriche capaci di emozionare, e trascinare l'ascoltatore su mondi lontani, troverà con questo "Judgment" la propria dimensione.

Anathema - Judgement (1999)



1) Deep
2) Pitiless
3) Forgotten Hopes
4) Destiny Is Dead
5) One Last Goodbye
6) Make It Right (F.F.S.)
7) Parisienne Moonlight
8) Don't Look too Far
9) Emotional Winter
10) Wings of God
11) Judgement
12) Anyone, Anywhere
13) 2000 & Gone
14) Transacoustic*

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