Navigavo alla ricerca di qualche concorso interessante a cui partecipare, e ho scoperto che il Premio di Poesia in Fiore era stato vinto proprio da Specchio con questo libro.
Conosco personalmente Specchio perchè ho avuto il piacere di essere suo studente quando insegnava letteratura tedesca all’università di Urbino, e per aver poi accettato di scrivere l'introduzione a "Gli occhi di Sonia".
A distanza di tanti anni è ancora vivissimo in me il ricordo delle sue bellissime lezioni, intense e appassionanti, che spesso si spingevano al limite della recitazione teatrale. Le opere trattate, specialmente le poesie, acquisivano un aspetto completamente diverso spiegate con tanta anima e devozione. Era impossibile non lasciarsi catturare dal pathos della lettura e dall'interpretazione, e non era poi nemmeno così difficile immaginare che solo un vero poeta poteva raccontare con estrema chiarezza le vicende talvota oscure, talvolta sublimi, dell'animo umano.
Da un paio d'anni poi ho scoperto che Mario Specchio è anche scrittore, con alle spalle un volume di poesie intitolato "Nostalgia di Ulisse" e una raccolta di racconti molto belli e “delicati” dal titolo “Morte di un medico” (più ovviamente tanti saggi e studi letterari).
Ho dunque acquistato con fiducia questo libro, contenente poesie molto recenti comprese in un arco temporale che va dal 2000 al 2006.
Già dai primi versi si può notare come Specchio sia un poeta a tutto tondo che ben conosce la storia della poesia e della letteratura in generale.
Una mano a tratti delicata e a tratti nervosa si apre un varco tra il vortice caotico della vita dell’uomo. E questa volta Specchio si inoltra nella sua vita personale in modo alquanto diretto, e ci rende partecipi della sue esperienze più intime (il rapporto e l’amore per il padre e la madre, la morte del padre, il rimpianto di non avere figli, la consapevolezza della morte). Tra le liriche che ho apprezzato di più cito A mio padre, Mi hai lasciato in pegno, Sarò di nuovo forte, A Sandro Casalini, e su tutte A mia madre, che mi permetto di riportare per intero:
A mia madre
Tu che da un mondo all’altro mi hai portato
in grembo,
da un mondo all’altro mi ricondurrai
quando
bruciati i giorni,
sabbia neve e vento
colmato avranno
i tuoi sperduti occhi.
Così mi ricondurrai,
fine ed inizio,
spente le parole
per un momento
ancora puro spazio
tra me e te
un sogno fatto carne
e cenere
ad altri turbamenti lungo il fiume
di nebbia,
così mi condurrai
tenendomi la testa tra le mani.
La parte finale della raccolta vede delle incursioni della realtà quotidiana contemporanea, e lo stile stesso ne risente diventando moderno, ma non troppo.
Personalmente prediligo le parti più intimiste dove lo stile classico-romantico prevale.
Ritengo Mario Specchio è una voce fuori dal coro, che vale davvero la pena di ascoltare, e soprattutto leggere.
Breve biografia
Mario Specchio è nato a Siena nel 1946, ha studiato a Firenze Letterature Moderne e poi, Letteratura Tedesca in Germania, a Colonia, dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana, collaborato a programmi radiofonici e diretto, nel 1971, la sezione italiana dell’Istituto internazionale di cultura di Dortmund. Rientrato in Italia, ha insegnato per molti anni alla Scuola di lingua e cultura per stranieri di Siena, poi Letteratura Tedesca all’Università di Urbino. A partire dagli anni Settanta inizia la sua collaborazione con il Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, come docente di Lingua e Letteratura Italiana nei programmi che l’Università americana svolge a Siena e a Firenze; nel 1981 è invitato come Visiting Professor alla cattedra di Letteratura comparata al College dove tiene un corso sulla poesia di Mario Luzi (del quale è stato grande amico) e il Simbolismo. Attualmente è docente di Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Centrali, negli anni della sua formazione sono gli incontri con lo scrittore Romano Bilenchi ed il poeta Mario Luzi al quale ha dedicato il volume Colloquio (1999), una biografia critica in forma di conversazione.
Oltre ad insegnare, collabora a riviste di poesia e di estetica.
Bibliografia Sintetica
A piene mani, Vallecchi, 1979
Paul Celan : l’incantesimo dell’assurdo, Edizioni di Barbablu, 1986
Memoria di amici, Edizioni di Barbablu, 1987
Nostalgia di Ulisse: poesie, 1981-1999, Passigli, 1999
Morte di un medico, Sellerio, 2004
Da un mondo all’altro, Passigli, 2008.
Conosco personalmente Specchio perchè ho avuto il piacere di essere suo studente quando insegnava letteratura tedesca all’università di Urbino, e per aver poi accettato di scrivere l'introduzione a "Gli occhi di Sonia".
A distanza di tanti anni è ancora vivissimo in me il ricordo delle sue bellissime lezioni, intense e appassionanti, che spesso si spingevano al limite della recitazione teatrale. Le opere trattate, specialmente le poesie, acquisivano un aspetto completamente diverso spiegate con tanta anima e devozione. Era impossibile non lasciarsi catturare dal pathos della lettura e dall'interpretazione, e non era poi nemmeno così difficile immaginare che solo un vero poeta poteva raccontare con estrema chiarezza le vicende talvota oscure, talvolta sublimi, dell'animo umano.
Da un paio d'anni poi ho scoperto che Mario Specchio è anche scrittore, con alle spalle un volume di poesie intitolato "Nostalgia di Ulisse" e una raccolta di racconti molto belli e “delicati” dal titolo “Morte di un medico” (più ovviamente tanti saggi e studi letterari).
Ho dunque acquistato con fiducia questo libro, contenente poesie molto recenti comprese in un arco temporale che va dal 2000 al 2006.
Già dai primi versi si può notare come Specchio sia un poeta a tutto tondo che ben conosce la storia della poesia e della letteratura in generale.
Una mano a tratti delicata e a tratti nervosa si apre un varco tra il vortice caotico della vita dell’uomo. E questa volta Specchio si inoltra nella sua vita personale in modo alquanto diretto, e ci rende partecipi della sue esperienze più intime (il rapporto e l’amore per il padre e la madre, la morte del padre, il rimpianto di non avere figli, la consapevolezza della morte). Tra le liriche che ho apprezzato di più cito A mio padre, Mi hai lasciato in pegno, Sarò di nuovo forte, A Sandro Casalini, e su tutte A mia madre, che mi permetto di riportare per intero:
A mia madre
Tu che da un mondo all’altro mi hai portato
in grembo,
da un mondo all’altro mi ricondurrai
quando
bruciati i giorni,
sabbia neve e vento
colmato avranno
i tuoi sperduti occhi.
Così mi ricondurrai,
fine ed inizio,
spente le parole
per un momento
ancora puro spazio
tra me e te
un sogno fatto carne
e cenere
ad altri turbamenti lungo il fiume
di nebbia,
così mi condurrai
tenendomi la testa tra le mani.
La parte finale della raccolta vede delle incursioni della realtà quotidiana contemporanea, e lo stile stesso ne risente diventando moderno, ma non troppo.
Personalmente prediligo le parti più intimiste dove lo stile classico-romantico prevale.
Ritengo Mario Specchio è una voce fuori dal coro, che vale davvero la pena di ascoltare, e soprattutto leggere.
Breve biografia
Mario Specchio è nato a Siena nel 1946, ha studiato a Firenze Letterature Moderne e poi, Letteratura Tedesca in Germania, a Colonia, dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana, collaborato a programmi radiofonici e diretto, nel 1971, la sezione italiana dell’Istituto internazionale di cultura di Dortmund. Rientrato in Italia, ha insegnato per molti anni alla Scuola di lingua e cultura per stranieri di Siena, poi Letteratura Tedesca all’Università di Urbino. A partire dagli anni Settanta inizia la sua collaborazione con il Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, come docente di Lingua e Letteratura Italiana nei programmi che l’Università americana svolge a Siena e a Firenze; nel 1981 è invitato come Visiting Professor alla cattedra di Letteratura comparata al College dove tiene un corso sulla poesia di Mario Luzi (del quale è stato grande amico) e il Simbolismo. Attualmente è docente di Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Centrali, negli anni della sua formazione sono gli incontri con lo scrittore Romano Bilenchi ed il poeta Mario Luzi al quale ha dedicato il volume Colloquio (1999), una biografia critica in forma di conversazione.
Oltre ad insegnare, collabora a riviste di poesia e di estetica.
Bibliografia Sintetica
A piene mani, Vallecchi, 1979
Paul Celan : l’incantesimo dell’assurdo, Edizioni di Barbablu, 1986
Memoria di amici, Edizioni di Barbablu, 1987
Nostalgia di Ulisse: poesie, 1981-1999, Passigli, 1999
Morte di un medico, Sellerio, 2004
Da un mondo all’altro, Passigli, 2008.
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