Nel 2008 feci la "virtuale" conoscenza di Maria Cristina Muccioli (leggi qui), alla quale affidai la recensione de "Gli occhi di Sonia". Da allora ci siamo tenuti in contatto (sempre virtualmente, attraverso i nostri blog) e con l'uscita del mio secondo libro "Senza respiro" ho colto l'occasione per fare la conoscenza "reale" di Cristella, persona gentile e squisita proprio come traspare da ciò che scrive sul suo blog.
L'incontro presso il Centro per l'Impiego di Rimini, dove Cristina lavora, è stato estremamente piacevole. Si è parlato del più e del meno, del suo lavoro e del lavoro in generale. Ho poi dato a Cristina una copia di Senza respiro e lei mi ha gentilmente regalato i suoi due libri: Trama e ordito (mamme che tessono la vita) e Cristella regina dei libri, che ho appena finito di leggere.
Il primo è una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta delle nostre origini, mentre il secondo è prettamente autobiografico, la storia di Cristina raccontata a mò di favola.
TRAMA E ORDITO (mamme che tessono la vita), Ed. Il Ponte, 1999
Il libro è una bellissima e appassionata ricostruzione dell’antica tecnica di lavorazione della canapa con il telaio a mano.
Forte dei ricordi freschi e vivi della mamma “più dolce del mondo”, Cristina accompagna teneramente il lettore per mano alla riscoperta di un mondo quasi perduto (e dico quasi perché finchè ci saranno persone in grado di dare alla luce così belle pagine, nulla può scomparire per sempre) e di un mestiere antico che ha lasciato tracce indelebili nella nostra cultura popolare.
La descrizione del processo di produzione e lavorazione della tela è impeccabile. Segue l'ordine cronologico partendo proprio dal primo passo, ovvero la coltura della canapa (semina, coltivazione, raccolta), passando alla realizzazione del primo filo, per poi arrivare all’ordito.
Tutto il racconto è impreziosito da citazioni, battute, modi di dire, canzoni e filastrocche in dialetto romagnolo (seguiti da traduzione ad opera di Cristella, esperta di dialetto) che fanno sentire il “lettore romagnolo” perfettamente a suo agio in un mondo semi sconosciuto che parla la sua lingua, stimolandolo a immaginarsi la vita dei propri nonni (o genitori) di quel tempo. Una realtà fatta di piccole cose, di umile felicità ricercata in semplici gesti di vita quotidiana come il cantare durante la tessitura.
Come dicevo in apertura, la fonte principale di Cristella è la mamma, rappresentata nel libro come fulcro della famiglia tradizionale e “mastra tessitrice”. Ma oltre ai ricordi della mamma di Cristella ci sono altre testimonianze di personaggi tra i quali il compianto Don Benzi (conosciuto per la sua attività religiosa ma soprattutto per l’enorme impegno sociale nel quale si è prodigato fino alla sua scomparsa) che ci narrano storie tramandategli dalle loro madri.
I racconti legati al telaio si intrecciano quindi inevitabilmente alle vite dei protagonisti, spesso tristi e tragiche come quelle consumatesi negli anni del dopoguerra. Davvero toccante il capitolo intitolato Lacrime e rocca: il filo di ricordi di mamma Maria, una dolorosa rievocazione dello sterminio di un’intera famiglia durante la seconda guerra mondiale.
Grazie a questo coro di voci Cristella ci ricorda le nostre umili origini, la storia dei nostri avi fatta di fatica, sofferenze e sacrifici, per poter garantirci il futuro benessere che stiamo vivendo.
Ecco quindi che la tessitura della tela diventa un tessere l’anima, il raccontare la vita attraverso fili esili ma allo stesso forti tali da reggere il peso degli anni. La donna (o mamma) è tessitrice e dunque artefice e custode della vita nella casa (del focolare), della famiglia e del corso delle cose. Sulle sue spalle forti e temprate dal lavoro grava tutta la sofferenza del mondo.
La donna infine, è colei che tessendo con amore, cresce con amore i propri figli.
Tristezza e malinconia, che in più punti fanno capolino, alla fine si “dipanano” grazie al bellissimo ricordo del giorno in cui Cristella è diventata mamma, e devo per forza citare queste bellissime righe:
“Sono diventata mamma! La gioia di quest’esperienza è indescrivibile: i maschi non potranno mai capire. Sensazioni, brividi, sentimenti quasi impossibili da raccontare. […] Ho sofferto. In certi momenti, quando non riuscivo a controllare le spinte e mi sentivo spaccare in due, ho avuto molta paura ed o urlato il male con tutto il fiato che avevo in gola. Eppure, ce l’ho fatta anch’io. […] In un attimo ho dimenticato il dolore: quando ho conosciuto mia figlia. E’ stato meraviglioso. […] In un attimo ho sentito il legame di figlia: nel momento stesso in cui sono diventata madre. Mi sono passati davanti ventisette anni della mia vita di figlia.
E' possibile seguire le attività di Cristella consultando il suo sempre aggiornatissimo BLOG.
L'incontro presso il Centro per l'Impiego di Rimini, dove Cristina lavora, è stato estremamente piacevole. Si è parlato del più e del meno, del suo lavoro e del lavoro in generale. Ho poi dato a Cristina una copia di Senza respiro e lei mi ha gentilmente regalato i suoi due libri: Trama e ordito (mamme che tessono la vita) e Cristella regina dei libri, che ho appena finito di leggere.
Il primo è una sorta di viaggio nel tempo alla scoperta delle nostre origini, mentre il secondo è prettamente autobiografico, la storia di Cristina raccontata a mò di favola.
TRAMA E ORDITO (mamme che tessono la vita), Ed. Il Ponte, 1999
Il libro è una bellissima e appassionata ricostruzione dell’antica tecnica di lavorazione della canapa con il telaio a mano.
Forte dei ricordi freschi e vivi della mamma “più dolce del mondo”, Cristina accompagna teneramente il lettore per mano alla riscoperta di un mondo quasi perduto (e dico quasi perché finchè ci saranno persone in grado di dare alla luce così belle pagine, nulla può scomparire per sempre) e di un mestiere antico che ha lasciato tracce indelebili nella nostra cultura popolare.
La descrizione del processo di produzione e lavorazione della tela è impeccabile. Segue l'ordine cronologico partendo proprio dal primo passo, ovvero la coltura della canapa (semina, coltivazione, raccolta), passando alla realizzazione del primo filo, per poi arrivare all’ordito.
Tutto il racconto è impreziosito da citazioni, battute, modi di dire, canzoni e filastrocche in dialetto romagnolo (seguiti da traduzione ad opera di Cristella, esperta di dialetto) che fanno sentire il “lettore romagnolo” perfettamente a suo agio in un mondo semi sconosciuto che parla la sua lingua, stimolandolo a immaginarsi la vita dei propri nonni (o genitori) di quel tempo. Una realtà fatta di piccole cose, di umile felicità ricercata in semplici gesti di vita quotidiana come il cantare durante la tessitura.
Come dicevo in apertura, la fonte principale di Cristella è la mamma, rappresentata nel libro come fulcro della famiglia tradizionale e “mastra tessitrice”. Ma oltre ai ricordi della mamma di Cristella ci sono altre testimonianze di personaggi tra i quali il compianto Don Benzi (conosciuto per la sua attività religiosa ma soprattutto per l’enorme impegno sociale nel quale si è prodigato fino alla sua scomparsa) che ci narrano storie tramandategli dalle loro madri.
I racconti legati al telaio si intrecciano quindi inevitabilmente alle vite dei protagonisti, spesso tristi e tragiche come quelle consumatesi negli anni del dopoguerra. Davvero toccante il capitolo intitolato Lacrime e rocca: il filo di ricordi di mamma Maria, una dolorosa rievocazione dello sterminio di un’intera famiglia durante la seconda guerra mondiale.
Grazie a questo coro di voci Cristella ci ricorda le nostre umili origini, la storia dei nostri avi fatta di fatica, sofferenze e sacrifici, per poter garantirci il futuro benessere che stiamo vivendo.
Ecco quindi che la tessitura della tela diventa un tessere l’anima, il raccontare la vita attraverso fili esili ma allo stesso forti tali da reggere il peso degli anni. La donna (o mamma) è tessitrice e dunque artefice e custode della vita nella casa (del focolare), della famiglia e del corso delle cose. Sulle sue spalle forti e temprate dal lavoro grava tutta la sofferenza del mondo.
La donna infine, è colei che tessendo con amore, cresce con amore i propri figli.
Tristezza e malinconia, che in più punti fanno capolino, alla fine si “dipanano” grazie al bellissimo ricordo del giorno in cui Cristella è diventata mamma, e devo per forza citare queste bellissime righe:
“Sono diventata mamma! La gioia di quest’esperienza è indescrivibile: i maschi non potranno mai capire. Sensazioni, brividi, sentimenti quasi impossibili da raccontare. […] Ho sofferto. In certi momenti, quando non riuscivo a controllare le spinte e mi sentivo spaccare in due, ho avuto molta paura ed o urlato il male con tutto il fiato che avevo in gola. Eppure, ce l’ho fatta anch’io. […] In un attimo ho dimenticato il dolore: quando ho conosciuto mia figlia. E’ stato meraviglioso. […] In un attimo ho sentito il legame di figlia: nel momento stesso in cui sono diventata madre. Mi sono passati davanti ventisette anni della mia vita di figlia.
E' possibile seguire le attività di Cristella consultando il suo sempre aggiornatissimo BLOG.