sabato 24 maggio 2008

Dell'acciaio spezzato


E’ proprio vero che a volte, anche l’acciaio più solido può piegarsi, se non addirittura spezzarsi.
Tempo e spazio sono due entità di indefinibile immensità, estremamente distinte l’una dall’altra ma a loro volta fortemente interconnesse. L’una dipende dall’altra ed entrambe si influenzano a vicenda creando il caotico vortice dell’essere e del divenire.
Due sono le regole: per lo spazio, l’incommensurabilità, per il tempo, l’eterno scorrere senza mai fermarsi.
Ma il nostro vivere lo spazio e il tempo è, di fatto, totalmente estraneo dall’essenza stessa di spazio e tempo.
Per questo a volte capitano degli eventi che provocano delle piccole fratture all’asse spazio-temporale, determinanti un lieve oscillare di queste due dimensioni. La realtà esterna ne rimane praticamente intaccata, mentre dentro di noi si aprono abissi: vuoti disarmanti difficili da colmare.
In un secondo lo spazio trema e il tempo vacilla, e tutto ciò che eravamo e pensavamo prima di quel secondo, cessa di esistere. O meglio, diventa il riflesso di un ricordo, privo di significato.
E in quei momenti l’unica cosa da fare è fermarsi, prendere la situazione in pugno, essere determinati e decisi, e agire. Fare del nostro meglio per cercare di ordinare il caos che si è creato dentro e intorno a noi, domarlo, per essere pronti ad aiutare il prossimo.
Tempo e spazio, come si sa, per loro natura si assestano lentamente da soli.
E anche se quel breve, insulso, ma intenso attimo ci ha annientati, dobbiamo sempre essere pronti a ripartire da dove eravamo rimasti.
Tornare a pensare, che quell’acciaio è di nuovo solido come non mai.

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