venerdì 26 dicembre 2008
martedì 23 dicembre 2008
giovedì 18 dicembre 2008
Il blog di Cubia
E' di poche ore fa l'e-mail inviatami da Massimiliano Ferri che annuncia la realizzazione del blog di Cubia, il mensile di informazione della città di Cattolica, on line appunto da oggi.
Attualità, solidarietà, cultura e ricordi sono alcune delle interessanti categorie che a breve, sono sicuro, si riempiranno di freschi e appassionanti articoli su luoghi, eventi e personaggi di Cattolica.
A fianco, un elenco di link ad associazioni sportive di Cattolica: Atletica 75, Circolo Nautico di Cattolica, Taekwondo Olimpic, e naturalmente gli amati scacchi di Massimiliano.
Con grande piacere ho notato che uno dei primi articoli è dedicato alla mia poesia "Sere di maggio", già apparsa sul numero di novembre del Cubia.
Attualità, solidarietà, cultura e ricordi sono alcune delle interessanti categorie che a breve, sono sicuro, si riempiranno di freschi e appassionanti articoli su luoghi, eventi e personaggi di Cattolica.
A fianco, un elenco di link ad associazioni sportive di Cattolica: Atletica 75, Circolo Nautico di Cattolica, Taekwondo Olimpic, e naturalmente gli amati scacchi di Massimiliano.
Con grande piacere ho notato che uno dei primi articoli è dedicato alla mia poesia "Sere di maggio", già apparsa sul numero di novembre del Cubia.
martedì 16 dicembre 2008
In viaggio da un mondo all'altro...con Mario Specchio
Solo per purissimo caso sono venuto a conoscenza della pubblicazione di questa nuova raccolta di poesie di Mario Specchio intitolata “Da un mondo all’altro”, edita da Passigli Editore.
Navigavo alla ricerca di qualche concorso interessante a cui partecipare, e ho scoperto che il Premio di Poesia in Fiore era stato vinto proprio da Specchio con questo libro.
Conosco personalmente Specchio perchè ho avuto il piacere di essere suo studente quando insegnava letteratura tedesca all’università di Urbino, e per aver poi accettato di scrivere l'introduzione a "Gli occhi di Sonia".
A distanza di tanti anni è ancora vivissimo in me il ricordo delle sue bellissime lezioni, intense e appassionanti, che spesso si spingevano al limite della recitazione teatrale. Le opere trattate, specialmente le poesie, acquisivano un aspetto completamente diverso spiegate con tanta anima e devozione. Era impossibile non lasciarsi catturare dal pathos della lettura e dall'interpretazione, e non era poi nemmeno così difficile immaginare che solo un vero poeta poteva raccontare con estrema chiarezza le vicende talvota oscure, talvolta sublimi, dell'animo umano.
Da un paio d'anni poi ho scoperto che Mario Specchio è anche scrittore, con alle spalle un volume di poesie intitolato "Nostalgia di Ulisse" e una raccolta di racconti molto belli e “delicati” dal titolo “Morte di un medico” (più ovviamente tanti saggi e studi letterari).
Ho dunque acquistato con fiducia questo libro, contenente poesie molto recenti comprese in un arco temporale che va dal 2000 al 2006.
Già dai primi versi si può notare come Specchio sia un poeta a tutto tondo che ben conosce la storia della poesia e della letteratura in generale.
Una mano a tratti delicata e a tratti nervosa si apre un varco tra il vortice caotico della vita dell’uomo. E questa volta Specchio si inoltra nella sua vita personale in modo alquanto diretto, e ci rende partecipi della sue esperienze più intime (il rapporto e l’amore per il padre e la madre, la morte del padre, il rimpianto di non avere figli, la consapevolezza della morte). Tra le liriche che ho apprezzato di più cito A mio padre, Mi hai lasciato in pegno, Sarò di nuovo forte, A Sandro Casalini, e su tutte A mia madre, che mi permetto di riportare per intero:
A mia madre
Tu che da un mondo all’altro mi hai portato
in grembo,
da un mondo all’altro mi ricondurrai
quando
bruciati i giorni,
sabbia neve e vento
colmato avranno
i tuoi sperduti occhi.
Così mi ricondurrai,
fine ed inizio,
spente le parole
per un momento
ancora puro spazio
tra me e te
un sogno fatto carne
e cenere
ad altri turbamenti lungo il fiume
di nebbia,
così mi condurrai
tenendomi la testa tra le mani.
La parte finale della raccolta vede delle incursioni della realtà quotidiana contemporanea, e lo stile stesso ne risente diventando moderno, ma non troppo.
Personalmente prediligo le parti più intimiste dove lo stile classico-romantico prevale.
Ritengo Mario Specchio è una voce fuori dal coro, che vale davvero la pena di ascoltare, e soprattutto leggere.
Breve biografia
Mario Specchio è nato a Siena nel 1946, ha studiato a Firenze Letterature Moderne e poi, Letteratura Tedesca in Germania, a Colonia, dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana, collaborato a programmi radiofonici e diretto, nel 1971, la sezione italiana dell’Istituto internazionale di cultura di Dortmund. Rientrato in Italia, ha insegnato per molti anni alla Scuola di lingua e cultura per stranieri di Siena, poi Letteratura Tedesca all’Università di Urbino. A partire dagli anni Settanta inizia la sua collaborazione con il Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, come docente di Lingua e Letteratura Italiana nei programmi che l’Università americana svolge a Siena e a Firenze; nel 1981 è invitato come Visiting Professor alla cattedra di Letteratura comparata al College dove tiene un corso sulla poesia di Mario Luzi (del quale è stato grande amico) e il Simbolismo. Attualmente è docente di Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Centrali, negli anni della sua formazione sono gli incontri con lo scrittore Romano Bilenchi ed il poeta Mario Luzi al quale ha dedicato il volume Colloquio (1999), una biografia critica in forma di conversazione.
Oltre ad insegnare, collabora a riviste di poesia e di estetica.
Bibliografia Sintetica
A piene mani, Vallecchi, 1979
Paul Celan : l’incantesimo dell’assurdo, Edizioni di Barbablu, 1986
Memoria di amici, Edizioni di Barbablu, 1987
Nostalgia di Ulisse: poesie, 1981-1999, Passigli, 1999
Morte di un medico, Sellerio, 2004
Da un mondo all’altro, Passigli, 2008.
Conosco personalmente Specchio perchè ho avuto il piacere di essere suo studente quando insegnava letteratura tedesca all’università di Urbino, e per aver poi accettato di scrivere l'introduzione a "Gli occhi di Sonia".
A distanza di tanti anni è ancora vivissimo in me il ricordo delle sue bellissime lezioni, intense e appassionanti, che spesso si spingevano al limite della recitazione teatrale. Le opere trattate, specialmente le poesie, acquisivano un aspetto completamente diverso spiegate con tanta anima e devozione. Era impossibile non lasciarsi catturare dal pathos della lettura e dall'interpretazione, e non era poi nemmeno così difficile immaginare che solo un vero poeta poteva raccontare con estrema chiarezza le vicende talvota oscure, talvolta sublimi, dell'animo umano.
Da un paio d'anni poi ho scoperto che Mario Specchio è anche scrittore, con alle spalle un volume di poesie intitolato "Nostalgia di Ulisse" e una raccolta di racconti molto belli e “delicati” dal titolo “Morte di un medico” (più ovviamente tanti saggi e studi letterari).
Ho dunque acquistato con fiducia questo libro, contenente poesie molto recenti comprese in un arco temporale che va dal 2000 al 2006.
Già dai primi versi si può notare come Specchio sia un poeta a tutto tondo che ben conosce la storia della poesia e della letteratura in generale.
Una mano a tratti delicata e a tratti nervosa si apre un varco tra il vortice caotico della vita dell’uomo. E questa volta Specchio si inoltra nella sua vita personale in modo alquanto diretto, e ci rende partecipi della sue esperienze più intime (il rapporto e l’amore per il padre e la madre, la morte del padre, il rimpianto di non avere figli, la consapevolezza della morte). Tra le liriche che ho apprezzato di più cito A mio padre, Mi hai lasciato in pegno, Sarò di nuovo forte, A Sandro Casalini, e su tutte A mia madre, che mi permetto di riportare per intero:
A mia madre
Tu che da un mondo all’altro mi hai portato
in grembo,
da un mondo all’altro mi ricondurrai
quando
bruciati i giorni,
sabbia neve e vento
colmato avranno
i tuoi sperduti occhi.
Così mi ricondurrai,
fine ed inizio,
spente le parole
per un momento
ancora puro spazio
tra me e te
un sogno fatto carne
e cenere
ad altri turbamenti lungo il fiume
di nebbia,
così mi condurrai
tenendomi la testa tra le mani.
La parte finale della raccolta vede delle incursioni della realtà quotidiana contemporanea, e lo stile stesso ne risente diventando moderno, ma non troppo.
Personalmente prediligo le parti più intimiste dove lo stile classico-romantico prevale.
Ritengo Mario Specchio è una voce fuori dal coro, che vale davvero la pena di ascoltare, e soprattutto leggere.
Breve biografia
Mario Specchio è nato a Siena nel 1946, ha studiato a Firenze Letterature Moderne e poi, Letteratura Tedesca in Germania, a Colonia, dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana, collaborato a programmi radiofonici e diretto, nel 1971, la sezione italiana dell’Istituto internazionale di cultura di Dortmund. Rientrato in Italia, ha insegnato per molti anni alla Scuola di lingua e cultura per stranieri di Siena, poi Letteratura Tedesca all’Università di Urbino. A partire dagli anni Settanta inizia la sua collaborazione con il Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, come docente di Lingua e Letteratura Italiana nei programmi che l’Università americana svolge a Siena e a Firenze; nel 1981 è invitato come Visiting Professor alla cattedra di Letteratura comparata al College dove tiene un corso sulla poesia di Mario Luzi (del quale è stato grande amico) e il Simbolismo. Attualmente è docente di Letteratura Tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena. Centrali, negli anni della sua formazione sono gli incontri con lo scrittore Romano Bilenchi ed il poeta Mario Luzi al quale ha dedicato il volume Colloquio (1999), una biografia critica in forma di conversazione.
Oltre ad insegnare, collabora a riviste di poesia e di estetica.
Bibliografia Sintetica
A piene mani, Vallecchi, 1979
Paul Celan : l’incantesimo dell’assurdo, Edizioni di Barbablu, 1986
Memoria di amici, Edizioni di Barbablu, 1987
Nostalgia di Ulisse: poesie, 1981-1999, Passigli, 1999
Morte di un medico, Sellerio, 2004
Da un mondo all’altro, Passigli, 2008.
mercoledì 3 dicembre 2008
“Asgard” vince al concorso Natale Agape 2008
Con la poesia “Asgard” ho vinto il premio speciale con diploma al "Concorso Letterario Nazionale Poesia e Prosa Natale Agape 2008” (sezione poesia in italiano), indetto dall’Associazione Agape di Campalto (VE).
Il concorso si inserisce nell’ambito della manifestazione “Natale Insieme”, organizzata ogni anno dall’Associazione Agape, che si occupa di assistenza e inserimento sociale di persone disabili.
Clicca QUI per saperne di più su tutte le attività svolte.
La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 13 dicembre, alle 20:30, nella chiesa dei Cappuccini di Mestre.
Questo concorso non era stato segnalato sul mio blog. In realtà molti altri non sono stati elencati, per il semplice fatto che sono davvero tanti!
Tra i vari non menzionati cito per il momento il concorso letterario “Premio Wilde” (riservato ad autori esordienti), dove per un soffio non mi sono classificato tra i 25 finalisti. Clicca QUI per vedere la classifica.
Cercherò di aggiornare costantemente il blog con i risultati di tutti i concorsi.
lunedì 1 dicembre 2008
Poesia inedita su Cubia
Sul numero di Novembre del Cubia (il mensile di informazione di Cattolica) è possibile leggere una poesia intitolata "SERE DI MAGGIO", che farà parte della mia prossima raccolta di poesie "Senza respiro", attualmente in preparazione.
Ringrazio Massimiliano Ferri, che in realtà mi aveva chiesto una poesia su Cattolica, preferibilmente dall'atmosfera autunnale...
martedì 25 novembre 2008
I suoni dell'inverno
L’inverno è arrivato.
In anticipo sul calendario, ma ben palpabile sulle punte delle orecchie rosse e doloranti quando si esce di casa.
Ed era ora.
Che le stagioni sono cambiate è ormai un luogo comune, e da tempo ormai lo sperimentiamo anche dalle mie parti (dove gli inverni sono sempre più miti e le primavere sempre più fredde), ma che a novembre ancora si esca con felpa e "spolverino" è davvero ridicolo.
Ben venga dunque questa piacevole ondata di freddo e gelo.
Questa breve incursione nel tempo atmosferico mi è stata indotta dall'ascolto di un malinconico disco intitolato “Judgment” (degli inglesi Anathema), dall'atmosfera gustosamente invernale.
Il disco è del 1999. La copertina mi sarà balzata agli occhi centinaia di volte tra riviste di musica e negozi di cd, ma non mi sono mai interessato più di tanto al gruppo e al genere proposto.
Fino a qualche settimana fa, quando per caso ebbi l’occasione (mettiamola così…) di ascoltare “A Fine Day To Exit” (uno dei loro ultimi lavori), molto apprezzato dalla stampa di settore. Il disco è un ottimo prodotto di rock alternativo e ambient (fortemente influenzato dai Pink Floyd), e ascoltandolo mi è tornata in mente la copertina viola di "Judgment", che ho deciso poi di acquistare.
Anche perchè stando alla storia del gruppo (consultabile sul sempre aggiornatissimo sito di Wikipedia), "Judgment" rappresenta il punto di partenza di una nuova fase musicale degli Anathema, visto che originariamente proponevano un doom/death che non ho mai digerito.
In realtà la storia narra che già dal cd "Eternity" del ’96 ci fu un brusco cambio di rotta nel genere proposto, orientato verso lidi più tranquilli con l’uso di voci pulite e atmosfere ambient. Ma è con "Judgment" che avviene la svolta decisiva, e il grande passo di qualità.
Siamo di fronte a un ottimo concentrato di rock “pinkfloydiano” dalle tinte leggermente psichedeliche (si ascolti la melodia paranoica di Parisienne Moonlight) e atmosfere ambient, intrise di una massiccia dose di malinconia.
La musica degli Anathema è in generale la voce del silenzio e dell'inverno, della solitudine e dell’abbandono. Il tempo sembra acquistare un ritmo diverso, a tratti più lento ma comunque inesorabile, ed è proprio lo scorrere del tempo (e della vita che lenta si spegne) il tema centrale dei testi dei brani.
La prima traccia, "Deep", ben rappresenta lo spirito dell’intero cd.
E’ difficile fare una classifica dei brani migliori, sono tutti molto belli. Spiccano per eleganza e intensità "Forgotten Hopes", "Make It Right" (con le tastiere in rilievo che mi ricordano un po’ Space-dye Vest dei Dream Theater), "One Last Goodbye", estremamente malinconica, "Judgment", dove l’aspetto rockettaro di colpo erompe; e su tutte "Emotional Winter", con un intro di “chitarra gabbiano” che suona Pink Floyd al 100% (impossibile non pensare a "Shine On You Crazy Diamond").
Chi non è avvezzo a tonalità cupe e malinconiche non apprezzerà la musica degli Anathema. Chi invece ha tempo per mettersi comodamente in poltrona e lasciarsi avvolgere da atmosfere oniriche capaci di emozionare, e trascinare l'ascoltatore su mondi lontani, troverà con questo "Judgment" la propria dimensione.
Anathema - Judgement (1999)
1) Deep
2) Pitiless
3) Forgotten Hopes
4) Destiny Is Dead
5) One Last Goodbye
6) Make It Right (F.F.S.)
7) Parisienne Moonlight
8) Don't Look too Far
9) Emotional Winter
10) Wings of God
11) Judgement
12) Anyone, Anywhere
13) 2000 & Gone
14) Transacoustic*
In anticipo sul calendario, ma ben palpabile sulle punte delle orecchie rosse e doloranti quando si esce di casa.
Ed era ora.
Che le stagioni sono cambiate è ormai un luogo comune, e da tempo ormai lo sperimentiamo anche dalle mie parti (dove gli inverni sono sempre più miti e le primavere sempre più fredde), ma che a novembre ancora si esca con felpa e "spolverino" è davvero ridicolo.
Ben venga dunque questa piacevole ondata di freddo e gelo.
Questa breve incursione nel tempo atmosferico mi è stata indotta dall'ascolto di un malinconico disco intitolato “Judgment” (degli inglesi Anathema), dall'atmosfera gustosamente invernale.
Il disco è del 1999. La copertina mi sarà balzata agli occhi centinaia di volte tra riviste di musica e negozi di cd, ma non mi sono mai interessato più di tanto al gruppo e al genere proposto.
Fino a qualche settimana fa, quando per caso ebbi l’occasione (mettiamola così…) di ascoltare “A Fine Day To Exit” (uno dei loro ultimi lavori), molto apprezzato dalla stampa di settore. Il disco è un ottimo prodotto di rock alternativo e ambient (fortemente influenzato dai Pink Floyd), e ascoltandolo mi è tornata in mente la copertina viola di "Judgment", che ho deciso poi di acquistare.
Anche perchè stando alla storia del gruppo (consultabile sul sempre aggiornatissimo sito di Wikipedia), "Judgment" rappresenta il punto di partenza di una nuova fase musicale degli Anathema, visto che originariamente proponevano un doom/death che non ho mai digerito.
In realtà la storia narra che già dal cd "Eternity" del ’96 ci fu un brusco cambio di rotta nel genere proposto, orientato verso lidi più tranquilli con l’uso di voci pulite e atmosfere ambient. Ma è con "Judgment" che avviene la svolta decisiva, e il grande passo di qualità.
Siamo di fronte a un ottimo concentrato di rock “pinkfloydiano” dalle tinte leggermente psichedeliche (si ascolti la melodia paranoica di Parisienne Moonlight) e atmosfere ambient, intrise di una massiccia dose di malinconia.
La musica degli Anathema è in generale la voce del silenzio e dell'inverno, della solitudine e dell’abbandono. Il tempo sembra acquistare un ritmo diverso, a tratti più lento ma comunque inesorabile, ed è proprio lo scorrere del tempo (e della vita che lenta si spegne) il tema centrale dei testi dei brani.
La prima traccia, "Deep", ben rappresenta lo spirito dell’intero cd.
E’ difficile fare una classifica dei brani migliori, sono tutti molto belli. Spiccano per eleganza e intensità "Forgotten Hopes", "Make It Right" (con le tastiere in rilievo che mi ricordano un po’ Space-dye Vest dei Dream Theater), "One Last Goodbye", estremamente malinconica, "Judgment", dove l’aspetto rockettaro di colpo erompe; e su tutte "Emotional Winter", con un intro di “chitarra gabbiano” che suona Pink Floyd al 100% (impossibile non pensare a "Shine On You Crazy Diamond").
Chi non è avvezzo a tonalità cupe e malinconiche non apprezzerà la musica degli Anathema. Chi invece ha tempo per mettersi comodamente in poltrona e lasciarsi avvolgere da atmosfere oniriche capaci di emozionare, e trascinare l'ascoltatore su mondi lontani, troverà con questo "Judgment" la propria dimensione.
Anathema - Judgement (1999)
1) Deep
2) Pitiless
3) Forgotten Hopes
4) Destiny Is Dead
5) One Last Goodbye
6) Make It Right (F.F.S.)
7) Parisienne Moonlight
8) Don't Look too Far
9) Emotional Winter
10) Wings of God
11) Judgement
12) Anyone, Anywhere
13) 2000 & Gone
14) Transacoustic*
lunedì 24 novembre 2008
"Senza respiro": 2° aggiornamento sullo stato dei lavori
Finalmente terminato il fatidico "assemblaggio" della mia nuova raccolta di poesie intitolata "Senza respiro".
Sono anche cominciati i primi contatti con alcune case editrici alle quali ho spedito il manoscritto.
A loro la sentenza finale.
Inoltre, tra qualche settimana saranno pronte delle copie rilegate che potete richiedermi direttamente via e-mail.
A presto con il prossimo aggiornamento.
Sono anche cominciati i primi contatti con alcune case editrici alle quali ho spedito il manoscritto.
A loro la sentenza finale.
Inoltre, tra qualche settimana saranno pronte delle copie rilegate che potete richiedermi direttamente via e-mail.
A presto con il prossimo aggiornamento.
lunedì 17 novembre 2008
Risultati Premio Letterario Internazionale 2008 “L’arcobaleno della vita”
Sono stati resi noti i vincitori della settima edizione del Premio Letterario Internazionale 2008 "L'arcobaleno della vita".
Le opere pervenute in questa edizione, tra racconti e poesie, sono 1.394 con la partecipazione di 675 autori provenienti da tutte le Regioni d’Italia ed inoltre da Stati Esteri quali Stato Vaticano, Francia, Albania, Argentina, Perù, Svizzera, Australia, Canada.
La giuria del Premio, presieduta dalla scrittrice e poetessa Gloria Venturini e composta dal Dott. Davide Dal Maso giornalista e poeta, Giuseppe Bianco scrittore, Paolo Santato poeta, Dott. Luca Grigoli, Dott.ssa Cristina Gallina e Giuseppe Gambini poeta e scrittore, riunitasi venerdì 7 novembre 2008 alle ore 21.30, per individuare tra i finalisti precedentemente selezionati i nomi dei vincitori, si è così espressa all’unanimità:
* Premio Speciale Racconto: Stella Selvatica di Massimo Fontana – Valdagno VI
* Premio Speciale Giovani: Sussurri e grida di Luca Bertini – Torrette AN
* Premio Speciale del Presidente della Giuria:
1. I complici di Regina Nadaes Marques – Milano
2. Intorno a Laura di Federica Galli – Reggio Emilia
* Premio Speciale Poesia: A Venezia l’amore lo senti di Maria Teresa Zoppellaro – Lendinara RO
* Premio Speciale della Giuria: Porto Sepolto di Rodolfo Vettorello – Milano
* Premio Speciale Haiku: Solitudine di Grazia Binelli – Rovereto TN
* Premio Speciale Casa Editrice: Dimensione Noir di Chiara Alivernini – Geva edizioni – Roma
Sezione A: Adulti – Racconto o prosa a tema libero:
(Partecipanti: 178 opere – 134 autori)
* 1° Premio Alba e occidente Antonio Villa Formia LT
* 2° Premio Capriccio Giovanni Scanavacca Lendinara RO
* 3° Premio Il cipresso della collina Renzo Montagnoli Mantova
* 4° Premio Il mondo di Cesco Paolo Bertollo Ponzano Veneto TV
* 5° Premio Soli a metà Elisabetta Bilei Mestre VE
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Lettera ad un angelo Laura Ficco Assemini CA
* Da domani Manule Cutini Monsummano Terme PT
* Fino in Paradiso Loredana Pierotti Trento
* Luce dalle tenebre Mauro Domenella Ancona
* Il terzo sguardo Giovanni Scanavacca Lendinara RO
* Per dirvi grazie Annamaria Matera Cosenza
* Su la neve Fabio Pinna Codroipo UD
* Un lampo nel silenzio Ida Tagliabue Brescia
* Marco e la resurrezione Enzo Fuso Rovig
* Tolgo il disturbo Rita Mazzon Padova
Sezione B: Adulti – Poesia a tema libero:
(Partecipanti: 706 opere – 291 autori)
* 1° Premio Treno per Monaco via Trento Antonio Villa Latina
* 2° Premio La macchia aspra del buio Bruno Lazzerotti Milano
* 3° Premio Lettera dall’esilio Maria Francesca Giovelli
* 4° Premio Del passato Tiziana Monari Prato
* 5° Premio Uomo Mario Berto Conselve PD
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Presagio Elena Piccinini Brescello Reggio Emilia
* Il tempo Elisa Bassi Collecchio Parma
* Il sole in valigia Pietro Barbera Trapani
* Il glicine Renzo Montagnoli Mantova
* Così chiara la notte Michele Ghirotto Rovigo
* Vorrei annullarmi Francesco Fedele Bagnara RC
* Disabilità Grazia Di Pilato Bisceglie BA
Sezione C: Giovani – racconto o prosa a tema libero:
(Partecipanti: 15 opere – 14 autori)
* 1° Premio Una difficile battaglia Sonia Santini Rivera – Svizzera
* 2° Premio La borsa della signora Guglielmina Clara Antoci Incisa in Val d’Arno FI
* 3° Premio La porta della solidarietà Astrid Villa Latina
* 4° Premio La vita è corta Marina Ferraioli Francia
* 5° Premio Ma l’incubo continua Simona Prisciandaro Palese BA
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Una cena speciale Karen Le Bihan Francia
* Presentimento Sarah Lahmar Francia
Sezione D: Giovani – poesia a tema libero:
(Partecipanti: 76 opere – 37 autori)
* 1° Premio La lontananza dal cielo Marta Orlandi Rossi S. Giovanni Valdarno AR
* 2° Premio Occhi del cielo Maria Ellena Reggio Calabria
* 3° Premio Codice a barre Luca Di Bartolomeo Agropoli SA
* 4° Premio Grazie Luca Bertini Torrette AN
* 4° Premio La mia isola d’oro Elisa Filippi S. Giustina in Colle PD
* 5° Premio Soffio di collera Marine Sirop Raphael Francia
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Tu Daniele Fabozzi Villa Literno CE
* Magie di mare Astrid Villa Formia LT
* Ode alla notte Anna Venturini Palmanova UD
* Quando incontri una persona speciale Maria Rita Ruccione Palermo
Sezione E: Silloge inedita di poesia:
(Partecipanti: 73 opere – 73 autori)
* 1° Premio Shoa’h – Stelle gialle Pier Luigi Lemmi Prato
* 2° Premio Echi e dissonanze Ida Cecchi Barberino di Mugello FI
* 3° Premio Rincorro l’ombra Antonio Maglio Modena
* 4° Premio Reale apparente Emilio Diedo Ferrara
* 5° Premio A-mors Alice Trabucco Genova
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Il cerchio infinito Renzo Montagnoli Virgilio MN
* In quel mattino d’agosto Andrea Crespi Torino
* La vita e le stagioni Annabella Mele Novara
* Impromptu Daniela Sannipoli Formia LT
* Granelli di sabbia Mauro Domenella Castelfidardo AN
* Il vento scorre ancora tra i papaveri… Giorgio Milazzo Padova
* Aquilone Luigi Golinelli S. Felice s/Panaro
* Sinergia Gabriella Falanga Giulianova TE
Sezione F: Haiku: (Partecipanti: 268 opere – 59 autori)
* 1° Premio Spoglie betulle Giacomo Soldà Mestre VE
* 2° Premio Dicembre Mauro Domenella Castefidardo AN
* 3° Premio La nebbia avvolge Luca Cenisi Pordenone
* 4° Premio Silenzio bianco Grazia Binelli Rovereto TN
* 5° Premio Le foglie morte Anna Maria Lavarin Verona
* 5° Premio Furono biondi Fabiano Baccini Milano
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Ingialliscono Elisabetta Bilei Mestre VE
* Un ragno tesse Anna Maria Consolo Carnago VA
* Tra cielo e terra Serenella Zen Romano D’Ezzelino VI
* Notte calante Roberto Gennaro Genova
* Sole d’inverno Carla Tombacco Trivignano VE
Sezione G: Libro Edito:
(Partecipanti: 53 opere – 53 autori)
* 1° Premio Canti celtici Renzo Montagnoli Mantova
* 2° Premio Atlante del nomade Meeten Nasr Milano
* 3° Premio Phoenix Giorgio Milazzo Padova
* 4° Premio Ipotesi sottili Stefano Leoni FC
* 5° Premio Occhi di miele Sonia Sapia Roma
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Le ebbrezze du Chronos Emilio Diedo Ferrara
* In punta di piedi Rodolfo Vettorello Milano
* Emozioni nel vento Bruna Cerro Savona
* Solchi Rosaria Di Mattia Pescara
* In elegia Gianfranco Vinante Padova
* Sulle ali dei sogni Fulvia Marconi Ancona
* Voci nel vento Luca Cenisi Pordenone
* Venti in versi Pasquale Ermiio Cosenza
Premio Sezione Estero:
(Partecipanti in tutte le sezioni: 60 opere – 32 autori)
* 1° Premio Casa vuol dire sognare Ivan Braidot Argentina
* 2° Premio Dalla finestra Maria Aprile Australia
* 3° Premio Mille colori Maria Piera Pacione Francia
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* La morte di un emigrante Salvatore D’Aprano Montreal Québec Canada
* I gondolieri di Venezia Gaia Solomos Saint Raphael Francia
* All’ombra della pace Beker Simon Fabian Huanuco Perù
* Ti amo Arjan Kallco Korce Albania
* Coppie di anziani Pasquale Mongillo Morbio Inferiore Svizzera
* A chi Laura Regina Gallo Buoenos Aires Argentina
La cerimonia di premiazione avverrà sabato 13 dicembre 2008 alle ore 15.00 presso il Salone di Rappresentanza “Caffè Grande” in Piazza Risorgimento a Lendinara (Rovigo).
Le opere pervenute in questa edizione, tra racconti e poesie, sono 1.394 con la partecipazione di 675 autori provenienti da tutte le Regioni d’Italia ed inoltre da Stati Esteri quali Stato Vaticano, Francia, Albania, Argentina, Perù, Svizzera, Australia, Canada.
La giuria del Premio, presieduta dalla scrittrice e poetessa Gloria Venturini e composta dal Dott. Davide Dal Maso giornalista e poeta, Giuseppe Bianco scrittore, Paolo Santato poeta, Dott. Luca Grigoli, Dott.ssa Cristina Gallina e Giuseppe Gambini poeta e scrittore, riunitasi venerdì 7 novembre 2008 alle ore 21.30, per individuare tra i finalisti precedentemente selezionati i nomi dei vincitori, si è così espressa all’unanimità:
* Premio Speciale Racconto: Stella Selvatica di Massimo Fontana – Valdagno VI
* Premio Speciale Giovani: Sussurri e grida di Luca Bertini – Torrette AN
* Premio Speciale del Presidente della Giuria:
1. I complici di Regina Nadaes Marques – Milano
2. Intorno a Laura di Federica Galli – Reggio Emilia
* Premio Speciale Poesia: A Venezia l’amore lo senti di Maria Teresa Zoppellaro – Lendinara RO
* Premio Speciale della Giuria: Porto Sepolto di Rodolfo Vettorello – Milano
* Premio Speciale Haiku: Solitudine di Grazia Binelli – Rovereto TN
* Premio Speciale Casa Editrice: Dimensione Noir di Chiara Alivernini – Geva edizioni – Roma
Sezione A: Adulti – Racconto o prosa a tema libero:
(Partecipanti: 178 opere – 134 autori)
* 1° Premio Alba e occidente Antonio Villa Formia LT
* 2° Premio Capriccio Giovanni Scanavacca Lendinara RO
* 3° Premio Il cipresso della collina Renzo Montagnoli Mantova
* 4° Premio Il mondo di Cesco Paolo Bertollo Ponzano Veneto TV
* 5° Premio Soli a metà Elisabetta Bilei Mestre VE
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Lettera ad un angelo Laura Ficco Assemini CA
* Da domani Manule Cutini Monsummano Terme PT
* Fino in Paradiso Loredana Pierotti Trento
* Luce dalle tenebre Mauro Domenella Ancona
* Il terzo sguardo Giovanni Scanavacca Lendinara RO
* Per dirvi grazie Annamaria Matera Cosenza
* Su la neve Fabio Pinna Codroipo UD
* Un lampo nel silenzio Ida Tagliabue Brescia
* Marco e la resurrezione Enzo Fuso Rovig
* Tolgo il disturbo Rita Mazzon Padova
Sezione B: Adulti – Poesia a tema libero:
(Partecipanti: 706 opere – 291 autori)
* 1° Premio Treno per Monaco via Trento Antonio Villa Latina
* 2° Premio La macchia aspra del buio Bruno Lazzerotti Milano
* 3° Premio Lettera dall’esilio Maria Francesca Giovelli
* 4° Premio Del passato Tiziana Monari Prato
* 5° Premio Uomo Mario Berto Conselve PD
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Presagio Elena Piccinini Brescello Reggio Emilia
* Il tempo Elisa Bassi Collecchio Parma
* Il sole in valigia Pietro Barbera Trapani
* Il glicine Renzo Montagnoli Mantova
* Così chiara la notte Michele Ghirotto Rovigo
* Vorrei annullarmi Francesco Fedele Bagnara RC
* Disabilità Grazia Di Pilato Bisceglie BA
Sezione C: Giovani – racconto o prosa a tema libero:
(Partecipanti: 15 opere – 14 autori)
* 1° Premio Una difficile battaglia Sonia Santini Rivera – Svizzera
* 2° Premio La borsa della signora Guglielmina Clara Antoci Incisa in Val d’Arno FI
* 3° Premio La porta della solidarietà Astrid Villa Latina
* 4° Premio La vita è corta Marina Ferraioli Francia
* 5° Premio Ma l’incubo continua Simona Prisciandaro Palese BA
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Una cena speciale Karen Le Bihan Francia
* Presentimento Sarah Lahmar Francia
Sezione D: Giovani – poesia a tema libero:
(Partecipanti: 76 opere – 37 autori)
* 1° Premio La lontananza dal cielo Marta Orlandi Rossi S. Giovanni Valdarno AR
* 2° Premio Occhi del cielo Maria Ellena Reggio Calabria
* 3° Premio Codice a barre Luca Di Bartolomeo Agropoli SA
* 4° Premio Grazie Luca Bertini Torrette AN
* 4° Premio La mia isola d’oro Elisa Filippi S. Giustina in Colle PD
* 5° Premio Soffio di collera Marine Sirop Raphael Francia
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Tu Daniele Fabozzi Villa Literno CE
* Magie di mare Astrid Villa Formia LT
* Ode alla notte Anna Venturini Palmanova UD
* Quando incontri una persona speciale Maria Rita Ruccione Palermo
Sezione E: Silloge inedita di poesia:
(Partecipanti: 73 opere – 73 autori)
* 1° Premio Shoa’h – Stelle gialle Pier Luigi Lemmi Prato
* 2° Premio Echi e dissonanze Ida Cecchi Barberino di Mugello FI
* 3° Premio Rincorro l’ombra Antonio Maglio Modena
* 4° Premio Reale apparente Emilio Diedo Ferrara
* 5° Premio A-mors Alice Trabucco Genova
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Il cerchio infinito Renzo Montagnoli Virgilio MN
* In quel mattino d’agosto Andrea Crespi Torino
* La vita e le stagioni Annabella Mele Novara
* Impromptu Daniela Sannipoli Formia LT
* Granelli di sabbia Mauro Domenella Castelfidardo AN
* Il vento scorre ancora tra i papaveri… Giorgio Milazzo Padova
* Aquilone Luigi Golinelli S. Felice s/Panaro
* Sinergia Gabriella Falanga Giulianova TE
Sezione F: Haiku: (Partecipanti: 268 opere – 59 autori)
* 1° Premio Spoglie betulle Giacomo Soldà Mestre VE
* 2° Premio Dicembre Mauro Domenella Castefidardo AN
* 3° Premio La nebbia avvolge Luca Cenisi Pordenone
* 4° Premio Silenzio bianco Grazia Binelli Rovereto TN
* 5° Premio Le foglie morte Anna Maria Lavarin Verona
* 5° Premio Furono biondi Fabiano Baccini Milano
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Ingialliscono Elisabetta Bilei Mestre VE
* Un ragno tesse Anna Maria Consolo Carnago VA
* Tra cielo e terra Serenella Zen Romano D’Ezzelino VI
* Notte calante Roberto Gennaro Genova
* Sole d’inverno Carla Tombacco Trivignano VE
Sezione G: Libro Edito:
(Partecipanti: 53 opere – 53 autori)
* 1° Premio Canti celtici Renzo Montagnoli Mantova
* 2° Premio Atlante del nomade Meeten Nasr Milano
* 3° Premio Phoenix Giorgio Milazzo Padova
* 4° Premio Ipotesi sottili Stefano Leoni FC
* 5° Premio Occhi di miele Sonia Sapia Roma
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* Le ebbrezze du Chronos Emilio Diedo Ferrara
* In punta di piedi Rodolfo Vettorello Milano
* Emozioni nel vento Bruna Cerro Savona
* Solchi Rosaria Di Mattia Pescara
* In elegia Gianfranco Vinante Padova
* Sulle ali dei sogni Fulvia Marconi Ancona
* Voci nel vento Luca Cenisi Pordenone
* Venti in versi Pasquale Ermiio Cosenza
Premio Sezione Estero:
(Partecipanti in tutte le sezioni: 60 opere – 32 autori)
* 1° Premio Casa vuol dire sognare Ivan Braidot Argentina
* 2° Premio Dalla finestra Maria Aprile Australia
* 3° Premio Mille colori Maria Piera Pacione Francia
Rosa dei segnalati con menzione d’onore:
* La morte di un emigrante Salvatore D’Aprano Montreal Québec Canada
* I gondolieri di Venezia Gaia Solomos Saint Raphael Francia
* All’ombra della pace Beker Simon Fabian Huanuco Perù
* Ti amo Arjan Kallco Korce Albania
* Coppie di anziani Pasquale Mongillo Morbio Inferiore Svizzera
* A chi Laura Regina Gallo Buoenos Aires Argentina
La cerimonia di premiazione avverrà sabato 13 dicembre 2008 alle ore 15.00 presso il Salone di Rappresentanza “Caffè Grande” in Piazza Risorgimento a Lendinara (Rovigo).
giovedì 13 novembre 2008
"Gli occhi di Sonia" sul blog Libri e Recensioni
Il mio libro "Gli occhi di Sonia" è stato segnalato sul blog Libri e Recensioni (clicca QUI), sito dedicato a chi vuole condividere e diffondere le proprie letture preferite, con la possibilità di inviare brevi descrizioni o anche recensioni.
venerdì 7 novembre 2008
Everon
E’ il titolo di una band tedesca capitanata dal polistrumentista Oliver Philipps, scoperta tramite la recensione del loro ultimo lavoro intitolato "North". Anche in questo caso, sono venuto a conoscenza di questo straordinario artista casualmente, leggendo per semplice curiosità una recensione apparsa sul sito Metallus.it (l’unico del settore a citare questo gruppo).
Attratto dalla proposta musicale descritta nella recensione (un genere non ben definito, un mix di musica strumentale con partiture tipicamente classiche e musica rock ed elettronica), ho acquistato il cd ad occhi chiusi. Ed il risultato è stato davvero esaltante.
La figura del leader Oliver Philips, musicista poliedrico nonchè principale compositore, mi ha ricordato molto quella di Arjen Anthony Lucassen aperto a tutte le influenze e a diversi stili di musica senza pregiudizi.
Anche il muoversi indipendentemente al di fuori delle mode e del music business accomuna Everon agli Ayreon (e infatti sul sito degli Everon, nella pagina dei siti amici, compare anche Ayreon).
Dal punto di vista musicale però le differenze sono notevoli: Ayreon si muove tra progressive metal, ambient, con influenze e inserti medievali, mentre gli Everon prediligono architetture classiche con aperture di moderno hard rock quando decidono di tirare fuori le unghie, senza però mai eccedere in velocità o aggressività.
Questo approccio caratterizza tutto "North", ricco di melodie intense e raffinate che riescono a trasportare l’ascoltare davvero verso…nord. E’ il caso della dolce e malinconica “Islanders” o di "Woodworks", che riportano alla mente paesaggi autunnali e lande desolate.
Molto belle anche "Hands" e "South of London", dove la chitarre elettrica graffia quanto basta, senza invadere la delicata struttura sottostante. Ma in generale tutti i brani sono di alto livello e, fortunatamente, mai banali.
Tecnica, eleganza e melodia si fondono insieme creando il vero punto di forza del gruppo.
Stesso discorso per "Flesh", precedente lavoro datato 2002, dall’impronta però più elettronica. Su questo album infatti prevale l’uso di sintetizzatori e tastiere che, insieme alle chitarre, riescono a creare brani suadenti e pieni di atmosfera come "Missing From The Chain", "Half As Bad" e "Back Insight" (quest’ultima stupenda), per un trittico davvero da brivido.
Atmosfere oniriche, intense, calde e calme, a dispetto della copertina fredda e "mostruosa".
La sezione ritmica è ottima, ogni membro del gruppo si lancia in esecuzioni al limite della perfezione. Unica pecca forse la voce di Oliver, non brutta, ma a mio avviso poco adatta al genere proposto (e in effetti in molti brani fa capolino la delicata voce di Judith Stüber, ospite sui due album)
In definitiva due gran bei dischi, due piacevoli sorprese. Un’altra grande band fuori dal coro.
Attratto dalla proposta musicale descritta nella recensione (un genere non ben definito, un mix di musica strumentale con partiture tipicamente classiche e musica rock ed elettronica), ho acquistato il cd ad occhi chiusi. Ed il risultato è stato davvero esaltante.
La figura del leader Oliver Philips, musicista poliedrico nonchè principale compositore, mi ha ricordato molto quella di Arjen Anthony Lucassen aperto a tutte le influenze e a diversi stili di musica senza pregiudizi.
Anche il muoversi indipendentemente al di fuori delle mode e del music business accomuna Everon agli Ayreon (e infatti sul sito degli Everon, nella pagina dei siti amici, compare anche Ayreon).
Dal punto di vista musicale però le differenze sono notevoli: Ayreon si muove tra progressive metal, ambient, con influenze e inserti medievali, mentre gli Everon prediligono architetture classiche con aperture di moderno hard rock quando decidono di tirare fuori le unghie, senza però mai eccedere in velocità o aggressività.
Questo approccio caratterizza tutto "North", ricco di melodie intense e raffinate che riescono a trasportare l’ascoltare davvero verso…nord. E’ il caso della dolce e malinconica “Islanders” o di "Woodworks", che riportano alla mente paesaggi autunnali e lande desolate.
Molto belle anche "Hands" e "South of London", dove la chitarre elettrica graffia quanto basta, senza invadere la delicata struttura sottostante. Ma in generale tutti i brani sono di alto livello e, fortunatamente, mai banali.
Tecnica, eleganza e melodia si fondono insieme creando il vero punto di forza del gruppo.
Stesso discorso per "Flesh", precedente lavoro datato 2002, dall’impronta però più elettronica. Su questo album infatti prevale l’uso di sintetizzatori e tastiere che, insieme alle chitarre, riescono a creare brani suadenti e pieni di atmosfera come "Missing From The Chain", "Half As Bad" e "Back Insight" (quest’ultima stupenda), per un trittico davvero da brivido.
Atmosfere oniriche, intense, calde e calme, a dispetto della copertina fredda e "mostruosa".
La sezione ritmica è ottima, ogni membro del gruppo si lancia in esecuzioni al limite della perfezione. Unica pecca forse la voce di Oliver, non brutta, ma a mio avviso poco adatta al genere proposto (e in effetti in molti brani fa capolino la delicata voce di Judith Stüber, ospite sui due album)
In definitiva due gran bei dischi, due piacevoli sorprese. Un’altra grande band fuori dal coro.
North (2008)
Tracklist:
[01] Hands
[02] Brief Encounter
[03] From Where I Stand
[04] Test Of Time
[05] North
[06] South Of London
[07] Wasn't It Good
[08] Woodworks
[09] Islanders
[10] Running
Flesh (2002)
Tracklist:
[01] And Still It Bleeds
[02] Already Dead
[03] Pictures Of You
[04] Flesh
[05] Missing From The Chain
[06] The River
[07] Half As Bad
[08] Back In Sight
martedì 4 novembre 2008
Eterno ritorno
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
(Friedrich Nietzsche)
E’ proprio vero, soprattutto quando ci si sofferma a riflettere sul cambiamento delle stagioni.
Ovunque si dice che non ci sono più le stagioni di una volta, e mi pare giusto. Peccato però che questa considerazione si applichi solo al tempo “atmosferico”. Perché se si considera il cambio delle stagioni come puro e semplice scorrere del tempo, ci si accorge che niente cambia da un anno all’altro. La primavera è rinascita e risveglio dopo il gelo mortale dell’inverno, l’estate ne è la continuazione e l’esasperazione, mentre l’autunno segna l’inizio della fine.
Un ciclo davvero folle, specialmente in giornate grigie e piovose come quella di oggi.
Certo anche l’autunno (come tutte le stagioni) ha i suoi lati positivi, basta pensare ai colori forti che la natura ci offre in questo periodo. Le sfumature giallo-rosse delle chiome degli alberi che a breve si spoglieranno, sono davvero suggestive. La vacanza a Solda di ottobre è stata una vera e propria immersione nello spirito dell’autunno, indimenticabile.
Ma la giornata di oggi, dominata da una pioggia incessante, non lascia proprio godere niente di tutta quella bellezza.
Anche l’anno scorso era così. E lo sarà anche il prossimo. Tutto cambia e allo stesso tempo rimane uguale, o meglio, ritorna.
Anche noi siamo così, nel nostro quotidiano vivere il cambiamento. Pensiamo, creiamo, ci muoviamo nella speranza di vincere il tempo. Ma per quanto possiamo precederlo, esso prima o poi ci raggiungerà, e ci mostrerà che in fondo niente è cambiato, poiché tutto ritorna.
Peggio ancora per chi sta fermo, immobile, e lascia che siano le cose intorno a lui a muoversi, prendendo il sopravvento sulla volontà: anche nell’immobilità si torna inesorabilmente a ripetere se stessi.
(Friedrich Nietzsche)
E’ proprio vero, soprattutto quando ci si sofferma a riflettere sul cambiamento delle stagioni.
Ovunque si dice che non ci sono più le stagioni di una volta, e mi pare giusto. Peccato però che questa considerazione si applichi solo al tempo “atmosferico”. Perché se si considera il cambio delle stagioni come puro e semplice scorrere del tempo, ci si accorge che niente cambia da un anno all’altro. La primavera è rinascita e risveglio dopo il gelo mortale dell’inverno, l’estate ne è la continuazione e l’esasperazione, mentre l’autunno segna l’inizio della fine.
Un ciclo davvero folle, specialmente in giornate grigie e piovose come quella di oggi.
Certo anche l’autunno (come tutte le stagioni) ha i suoi lati positivi, basta pensare ai colori forti che la natura ci offre in questo periodo. Le sfumature giallo-rosse delle chiome degli alberi che a breve si spoglieranno, sono davvero suggestive. La vacanza a Solda di ottobre è stata una vera e propria immersione nello spirito dell’autunno, indimenticabile.
Ma la giornata di oggi, dominata da una pioggia incessante, non lascia proprio godere niente di tutta quella bellezza.
Anche l’anno scorso era così. E lo sarà anche il prossimo. Tutto cambia e allo stesso tempo rimane uguale, o meglio, ritorna.
Anche noi siamo così, nel nostro quotidiano vivere il cambiamento. Pensiamo, creiamo, ci muoviamo nella speranza di vincere il tempo. Ma per quanto possiamo precederlo, esso prima o poi ci raggiungerà, e ci mostrerà che in fondo niente è cambiato, poiché tutto ritorna.
Peggio ancora per chi sta fermo, immobile, e lascia che siano le cose intorno a lui a muoversi, prendendo il sopravvento sulla volontà: anche nell’immobilità si torna inesorabilmente a ripetere se stessi.
martedì 28 ottobre 2008
1° Concorso Letterario Internazionale "Naviglio Martesana"
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Cassina de' Pecchi, (provincia di Milano), allo scopo di far emergere capacità letterarie latenti, organizza la 1ª Edizione del Concorso letterario internazionale "Naviglio Martesana".
Il concorso si articola in quattro sezioni:
A: poesia e narrativa su tema libero
B: poesia e narrativa su tema libero per concorrenti fino a quattordici anni
C: poesia e narrativa sul tema “Vie d'Acqua. L'Acqua unisce luoghi e fonde
culture” - Premi offerti da Navigli Lombardi s.c.a.r.l.
D: poesia e narrativa sul tema “Sport e immaginazione, la forza e la mente”
La premiazione avverrà domenica 21 dicembre dalle ore 15.30, in occasione
delle manifestazioni relative all'inaugurazione del nuovo Centro Civico
Culturale Cascina Casale in Viale Trieste.
I primi tre classificati di ogni sezione e chiunque abbia ottenuto una speciale
menzione, devono assumersi l’obbligo di ritirare il premio personalmente o a
mezzo persona delegata durante la manifestazione.
Concorrerò alla sezione A con quattro testi, tre inediti ed uno edito.
Il concorso si articola in quattro sezioni:
A: poesia e narrativa su tema libero
B: poesia e narrativa su tema libero per concorrenti fino a quattordici anni
C: poesia e narrativa sul tema “Vie d'Acqua. L'Acqua unisce luoghi e fonde
culture” - Premi offerti da Navigli Lombardi s.c.a.r.l.
D: poesia e narrativa sul tema “Sport e immaginazione, la forza e la mente”
La premiazione avverrà domenica 21 dicembre dalle ore 15.30, in occasione
delle manifestazioni relative all'inaugurazione del nuovo Centro Civico
Culturale Cascina Casale in Viale Trieste.
I primi tre classificati di ogni sezione e chiunque abbia ottenuto una speciale
menzione, devono assumersi l’obbligo di ritirare il premio personalmente o a
mezzo persona delegata durante la manifestazione.
Concorrerò alla sezione A con quattro testi, tre inediti ed uno edito.
lunedì 27 ottobre 2008
"Senza respiro": aggiornamento sullo stato dei lavori
Iniziati la selezione delle poesie e l'"assemblaggio" per la mia nuova raccolta intitolata "Senza respiro".
mercoledì 22 ottobre 2008
Poesie "taglienti"
“Tosto questo libro”!
E' stato il primo pensiero che mi è venuto in mente a poche pagine dall’inizio di questa bella raccolta di poesie di Alessandra Carnaroli, intitolata “Taglio Intimo”.
Era da diverso tempo che non leggevo qualcosa di veramente forte e di così…tagliente. Ricordo di avere provato una sensazione simile durante la lettura di American Psycho (Breat Easton Ellis). Certo, sono due opere completamente diverse (troppo violento il secondo), ma l’effetto sorpresa/shock è stato pressoché lo stesso.
Già dalla prima lirica si capisce di essere di fronte a un’opera pungente e lacerante, lontana anni luce dai generi poetici tradizionali:
“Sono dentro la mia vita o galleggio in un lenzuolo nero pece, notte vischiosa che incolla i movimenti e i pensieri ristagnano immobili, acqua di vita, acqua di morte, acqua santa per benedirmi il culo e la pelle fredda.”
Attraverso 45 poesie l’autrice ci accompagna in un viaggio “nevrotico” dentro un’esistenza tesa e turbata, denudandosi e presentando temi e sentimenti come l’amore, l’abbandono, la solitudine, la colpa, trattati come se fossero carne da macello; maneggiati con la freddezza nervosa di chi ancora porta su di se i segni che certe esperienze possono lasciare.
La cosa che colpisce fin dall’inizio è il susseguirsi di immagini crude e addirittura squallide (molte delle quali legate alla “fisiologica” quotidianità, e più volte ripetute), che apparentemente non hanno alcunché di poetico.
Ma è proprio questa “non poeticità” il tratto distintivo dell’opera. La durezza con la quale l’autrice racconta le proprie esperienze, da un lato sembra l’impulsiva reazione al dolore e alla disperazione, dall’altro appare anche però l’unico modo con cui sia possibile affrontare la realtà.
E più l’immagine si fa cruda e sporca, più si intravede la profondità della ferita sottostante:
“Sono dentro la mia vita o i miei piedi vengono segati via da una mano abile affettatrice di carne e prosciutti e salsicce e taglia e taglia in un colpo lungo quanto i miei vent’anni […]”
“[…]metodico e preciso macellaio dal grembiule rigido di sangue […]”
“[…]i tuoi denti ballano sulle mie ossa che battono il ritmo del terrore.” (bella questa immagine, da brivido lungo tutta la spina dorsale)
In questo passo invece, lo squallore delle immagini rivela tutta la tristezza di un amore sprecato.
"[…] le parole e gli sguardi mi colano bollenti in mezzo alle cosce. Ho le mutande umide di piscio minestra e scorregge di merda e rancore."
L’amore tradito e maltrattato viene spesso raccontato con una sottile vena di erotismo, dalle tinte sporche e squallide.Già dalla prima lirica si capisce di essere di fronte a un’opera pungente e lacerante, lontana anni luce dai generi poetici tradizionali:
“Sono dentro la mia vita o galleggio in un lenzuolo nero pece, notte vischiosa che incolla i movimenti e i pensieri ristagnano immobili, acqua di vita, acqua di morte, acqua santa per benedirmi il culo e la pelle fredda.”
Attraverso 45 poesie l’autrice ci accompagna in un viaggio “nevrotico” dentro un’esistenza tesa e turbata, denudandosi e presentando temi e sentimenti come l’amore, l’abbandono, la solitudine, la colpa, trattati come se fossero carne da macello; maneggiati con la freddezza nervosa di chi ancora porta su di se i segni che certe esperienze possono lasciare.
La cosa che colpisce fin dall’inizio è il susseguirsi di immagini crude e addirittura squallide (molte delle quali legate alla “fisiologica” quotidianità, e più volte ripetute), che apparentemente non hanno alcunché di poetico.
Ma è proprio questa “non poeticità” il tratto distintivo dell’opera. La durezza con la quale l’autrice racconta le proprie esperienze, da un lato sembra l’impulsiva reazione al dolore e alla disperazione, dall’altro appare anche però l’unico modo con cui sia possibile affrontare la realtà.
E più l’immagine si fa cruda e sporca, più si intravede la profondità della ferita sottostante:
“Sono dentro la mia vita o i miei piedi vengono segati via da una mano abile affettatrice di carne e prosciutti e salsicce e taglia e taglia in un colpo lungo quanto i miei vent’anni […]”
“[…]metodico e preciso macellaio dal grembiule rigido di sangue […]”
“[…]i tuoi denti ballano sulle mie ossa che battono il ritmo del terrore.” (bella questa immagine, da brivido lungo tutta la spina dorsale)
In questo passo invece, lo squallore delle immagini rivela tutta la tristezza di un amore sprecato.
"[…] le parole e gli sguardi mi colano bollenti in mezzo alle cosce. Ho le mutande umide di piscio minestra e scorregge di merda e rancore."
Ma tutta la forza e la rabbia concentrata in questi pochi versi non sono sufficienti per liberarsi dalla gabbia di acciaio in cui l’io è intrappolato, insieme ai suoi tormenti peggiori.
E la domanda “sono dentro la mia vita?” che apre e chiude il primo capitolo, trova alla fine un’unica risposta:
[…]“finisce anche la mia vita, la mia vita dentro la tua bocca, ammmore”.
Il libro è suddiviso in 3 capitoli: Nella tua bocca, dal quale ho estratto i versi sopra riportati, Laura Anna e In testa-mento.
Molto interessante anche il secondo, Laura Anna, dove l’autrice affronta il tema dell’anoressia con una freddezza struggente e disarmante.
Anche in questo caso sono immagini semplici, elementari e crude a illuminarci su una realtà brutale e forse poco conosciuta:
“Laura è lo spazio che divide l’abbraccio di una madre alla figlia […]” e “Laura ha leccato la morte ma era troppo dolce per il suo stomaco stretto e amaro e l’ha vomitata contro il muro insieme a un chicco di caffè […]”
In definitva un gran bel libro, consigliato a chi ama le emozioni forti, in questo caso messe in versi.
*Il libro è pubblicato dalla casa editrice Fara Editore di Santarcangelo è reperibile su IBS.
giovedì 16 ottobre 2008
Concorso “Onda d’arte 2008 – Poesia”
La Pro Loco di Ceriale e il Comune di Ceriale, presentano la quarta edizione del Concorso Letterario “Onda d’arte 2008 - Poesia”, dedicata a poesie aventi per tema IL VENTO in ogni sua accezione reale o figurata, per autori d’ogni etnia, nazionalità, sesso, lingua, credo politico e religioso, cultura, orientamento sessuale.
La scelta del tema deriva dal fatto che la Pro Loco, nel 2009, in occasione di “In fî de ventu”, manifestazione dedicata agli aquiloni che si svolge tutti gli anni in primavera, sancirà un gemellaggio con il club cinese Wujing Kite Flying Association di Changzhou e ha intenzione di riproporre le poesie finaliste in una mostra durante i giorni della manifestazione suddetta.
Per la partecipazione al concorso non è richiesta alcuna tassa di partecipazione.
Si concorre inviando una silloge composta da non più di 30 poesie. La silloge servirà alla Commissione per meglio valutare l’autore finalista. L’autore dovrà altresì indicare, all’interno della silloge, la poesia principale avente per tema il vento, che verrà proposta alla Commissione in fase di selezione. La poesia “di punta” non potrà essere composta da più di 30 versi. In caso di mancata indicazione della poesia principale verrà scelta la prima poesia della silloge.
Sono ammesse al concorso solo opere inedite, in lingua italiana, non premiate o segnalate in altri concorsi. Le poesie non dovranno essere state pubblicate all’interno di siti internet, di antologie o in romanzi. Non saranno accettate opere diverse dal testo poetico.
Visto l’elevato numero di partecipanti e le richieste sul piazzamento conquistato, sul lavoro della Commissione, sui finalisti etc., la Pro Loco di Ceriale ha creato, nella home page del proprio sito (www.prolococeriale.it), un’apposita sezione dedicata alle news, all’interno della quale verrano pubblicate tutte le notizie inerenti al Concorso.
Concorrerò con un testo inedito, del quale non è possibile rendere pubblico il titolo.
La scelta del tema deriva dal fatto che la Pro Loco, nel 2009, in occasione di “In fî de ventu”, manifestazione dedicata agli aquiloni che si svolge tutti gli anni in primavera, sancirà un gemellaggio con il club cinese Wujing Kite Flying Association di Changzhou e ha intenzione di riproporre le poesie finaliste in una mostra durante i giorni della manifestazione suddetta.
Per la partecipazione al concorso non è richiesta alcuna tassa di partecipazione.
Si concorre inviando una silloge composta da non più di 30 poesie. La silloge servirà alla Commissione per meglio valutare l’autore finalista. L’autore dovrà altresì indicare, all’interno della silloge, la poesia principale avente per tema il vento, che verrà proposta alla Commissione in fase di selezione. La poesia “di punta” non potrà essere composta da più di 30 versi. In caso di mancata indicazione della poesia principale verrà scelta la prima poesia della silloge.
Sono ammesse al concorso solo opere inedite, in lingua italiana, non premiate o segnalate in altri concorsi. Le poesie non dovranno essere state pubblicate all’interno di siti internet, di antologie o in romanzi. Non saranno accettate opere diverse dal testo poetico.
Visto l’elevato numero di partecipanti e le richieste sul piazzamento conquistato, sul lavoro della Commissione, sui finalisti etc., la Pro Loco di Ceriale ha creato, nella home page del proprio sito (www.prolococeriale.it), un’apposita sezione dedicata alle news, all’interno della quale verrano pubblicate tutte le notizie inerenti al Concorso.
Concorrerò con un testo inedito, del quale non è possibile rendere pubblico il titolo.
mercoledì 15 ottobre 2008
Risultati concorso Poeti dell’Adda 2008
Per me rimane la pubblicazione sull'antologia I POETI DELL'ADDA 2008 che verrà realizzata nei prossimi mesi (clicca QUI)
Aria di vacanza...
Anche quest'anno ci siamo concessi una settimana di meritato riposto in Austria, a Sölden, ospiti ancora una volta della Famiglia Erhart nel loro bellissimo hotel.
L'accoglienza è stata molto calorosa, nella migliore tradizione austriaca, e per tutto il soggiorno gli Erhart si sono dimostrati gentili, premurosi e disponibili.
Avendo già visto molto l'anno scorso, quest'anno abbiamo visitato posti in cui non eravamo stati (tranne il ghiacciaio di Rettenbach e l'Aqua Dome, troppo belli per non rifarli!) spostandoci da Sölden quasi tutti i giorni.
Il primo giorno ci siamo recati al ghiacciaio Tiefenbach, situato a circa 2500 metri di altezza. Il picco del ghiacciaio purtroppo era chiuso, gli impianti non erano in funzione, probabilmente a causa della mancanza di neve. Il tempo infatti è stato stupendo per tutta la settimana, con temperature sopra alla norma sia per il luogo che per il periodo.
Tuttavia ci siamo concessi una bella veduta dei monti circostanti, di un lago ghiacciato e una corsa in una galleria (dalle pareti rocciose che la fanno sembrare una caverna) che attraversa la montagna e che permette di raggiungere il ghiacciaio.
Da qui poi siamo saliti a Rettenbach: fino a 2500 metri con la macchina, poi in funivia fino a 3000 e infine a piedi fino all'obelisco, a circa 3370 metri.
La seconda tappa è stata Umhausen, dove è possibile ammirare una bella cascata che sgorga a circa 1500 metri di altezza.
Il terzo giorno ci siamo spaparanzati alle terme dell’Aqua Dome, e il quarto giorno abbiamo visitato il mondo dei cristalli di Swarovsi a Wattens (sede tra l’altro della fabbrica principale degli Swarovski). Sul ritorno tappa a Innsbruck per un pranzo nel centro storico a base di wurstel e crauti!
I restanti giorni li abbiamo trascorsi girovagando qua e la per le cittadine vicino Sölden, ovviamente sempre in mezzo ai monti e a una natura spettacolare, che in autunno (e in primavera) da proprio il meglio di sè.
Ciliegina sulla torta, come sempre, l’irresistibile cucina di Benjamin (chef e proprietario dell'hotel), gustosa e sorprendente.
Seguono sotto due gallerie di immagini: la prima contiene i luoghi visitati, la seconda le specialità che abbiamo potuto gustare.
Galleria 1: immagini dei luoghi
Galleria 2: immagini delle specialità cucinate da Benjamin
Anche quest'anno ci siamo salutati, con la promessa di ritornare l'anno prossimo.
L'accoglienza è stata molto calorosa, nella migliore tradizione austriaca, e per tutto il soggiorno gli Erhart si sono dimostrati gentili, premurosi e disponibili.
Avendo già visto molto l'anno scorso, quest'anno abbiamo visitato posti in cui non eravamo stati (tranne il ghiacciaio di Rettenbach e l'Aqua Dome, troppo belli per non rifarli!) spostandoci da Sölden quasi tutti i giorni.
Il primo giorno ci siamo recati al ghiacciaio Tiefenbach, situato a circa 2500 metri di altezza. Il picco del ghiacciaio purtroppo era chiuso, gli impianti non erano in funzione, probabilmente a causa della mancanza di neve. Il tempo infatti è stato stupendo per tutta la settimana, con temperature sopra alla norma sia per il luogo che per il periodo.
Tuttavia ci siamo concessi una bella veduta dei monti circostanti, di un lago ghiacciato e una corsa in una galleria (dalle pareti rocciose che la fanno sembrare una caverna) che attraversa la montagna e che permette di raggiungere il ghiacciaio.
Da qui poi siamo saliti a Rettenbach: fino a 2500 metri con la macchina, poi in funivia fino a 3000 e infine a piedi fino all'obelisco, a circa 3370 metri.
La seconda tappa è stata Umhausen, dove è possibile ammirare una bella cascata che sgorga a circa 1500 metri di altezza.
Il terzo giorno ci siamo spaparanzati alle terme dell’Aqua Dome, e il quarto giorno abbiamo visitato il mondo dei cristalli di Swarovsi a Wattens (sede tra l’altro della fabbrica principale degli Swarovski). Sul ritorno tappa a Innsbruck per un pranzo nel centro storico a base di wurstel e crauti!
I restanti giorni li abbiamo trascorsi girovagando qua e la per le cittadine vicino Sölden, ovviamente sempre in mezzo ai monti e a una natura spettacolare, che in autunno (e in primavera) da proprio il meglio di sè.
Ciliegina sulla torta, come sempre, l’irresistibile cucina di Benjamin (chef e proprietario dell'hotel), gustosa e sorprendente.
Seguono sotto due gallerie di immagini: la prima contiene i luoghi visitati, la seconda le specialità che abbiamo potuto gustare.
Galleria 1: immagini dei luoghi
Galleria 2: immagini delle specialità cucinate da Benjamin
Anche quest'anno ci siamo salutati, con la promessa di ritornare l'anno prossimo.
sabato 4 ottobre 2008
Finalmente ferie...
Pace, tranquillità, natura e buon cibo ristabiliranno gli equilibri perduti durante l'estate.
Si ritorna a Sölden!
Si ritorna a Sölden!
giovedì 2 ottobre 2008
Sito internet "L'Arcobaleno Della Vita"
Da ieri 2 ottobre 2008 è on line il sito www.arcobalenodellavita.it, dedicato all'omonimo concorso letterario organizzato dalla città di Lendinara, al quale anche io ho partecipato concorrendo alla sezione “libro edito” con la mia raccolta “Gli occhi di Sonia”.
(L'articolo sul mio blog)
Il 20 settembre è scaduto il termine per l'invio delle opere. Si attendono i risultati, che saranno comunicati entro la fine di novembre.
(L'articolo sul mio blog)
Il 20 settembre è scaduto il termine per l'invio delle opere. Si attendono i risultati, che saranno comunicati entro la fine di novembre.
lunedì 29 settembre 2008
Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Montalto Dora” - 1° Edizione
L’Associazione “PIAZZA PRAT" - Associazione degli Amici della Biblioteca Civica Carlo Levi di Montalto Dora” e il Comune di Montalto Dora, indicono la 1° Edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Montalto Dora”.
Parteciperò con una piccola silloge composta da 10 poesie intitolata “Senza respiro”, estratta dall'omonima opera in preparazione.
giovedì 25 settembre 2008
Dei poeti sognatori... - recensione de "Gli occhi di Sonia"
a cura di Maria Cristina Muccioli
Questa volta il “navigare” in lungo e in largo mi ha fatto approdare sul sito di Cristella, curato da Maria Cristina Muccioli, giornalista pubblicista riminese, che si è gentilmente prestata alla lettura e al commento del mio libro, consultabile al seguente LINK.
Maria Cristina Muccioli lavora come impiegata al Centro per l’impiego di Rimini, e dal 1996 ha cominciato a dedicarsi alla scrittura e al giornalismo.
Scrive su importanti testate locali come Il Ponte e il Resto del Carlino di Rimini, occupandosi prevalentemente di storia e tradizioni locali, poesia e argomenti di carattere sociale (settore nel quale è molto attiva).
Dal 2006 è direttore responsabile di RiminiAil Notizie, semestrale della Sezione Provinciale di Rimini dell’Associazione Lotta contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma.
Maria Cristina scrive con passione e per amore del prossimo, specialmente quando si cala nel ruolo di Regina Cristella di Sacrabionda e racconta favole per i più piccoli.
Ma l’arte di scrivere per Cristella deve avere di certo un significato più alto della pura e semplice espressione artistica, visto che, come lei stessa afferma nella pagina di presentazione del sito, “la scrittura è un’ottima terapia contro la malinconia”.
Oltre a racconti e poesie pubblicate su antologie varie, la Muccioli è autrice di due libri: “Trama e ordito, mamme che tessono la vita” e “Cristella, regina dei libri".
Oltre al sito/blog Cristella.it Maria Cristina gestisce il blog Bela Burdela (espressione dialettale romagnola per “bella ragazza o bambina”), un compendio di storia, personaggi ed eventi della Romagna di ieri e di oggi, vissuti e raccontati da una prospettiva femminile.
Su entrambi i blog è stato pubblicato il commento al mio libro.
Ringrazio davvero di cuore Maria Cristina per le belle parole, per l'incoraggiamento e per avere citato una delle mie poesie preferite (Maelstrom), dal tono diverso da quelle inserite nella mia raccolta.
mercoledì 24 settembre 2008
Commenti
Sul forum dedicato alla poesia del sito www.scrivereinmovimento.org è possibile leggere qualche commento ad alcune mie poesie postate.
martedì 16 settembre 2008
Addio a Richard Wright
Si è spento all’età di 65 anni Richard Wright, uno dei membri fondatori dei Pink Floyd.
Ricordato da tutti – ovviamente – per la sua militanza nei Pink Floyd e per aver firmato molti dei loro principali successi, Richard ha anche avuto una carriera solista parallela, di scarso successo ma, a mio avviso, di ottima qualità.
Delle 3 uscite
- Wet Dream (1978)
- Identity, con il gruppo Zee, insieme a Dave Harris (1984)
- Broken China (1996)
Broken China è forse la più “debole”, mentre Wet Dream è il cd che ho apprezzato di più. Malinconico, trasognante e atmosferico in pieno stile Pink Floyd.
Un artista da non sottovalutare fuori dal contesto principale.
Sito ufficiale dei Pink floyd: http://www.pinkfloyd.co.uk/index.php
Ricordato da tutti – ovviamente – per la sua militanza nei Pink Floyd e per aver firmato molti dei loro principali successi, Richard ha anche avuto una carriera solista parallela, di scarso successo ma, a mio avviso, di ottima qualità.
Delle 3 uscite
- Wet Dream (1978)
- Identity, con il gruppo Zee, insieme a Dave Harris (1984)
- Broken China (1996)
Broken China è forse la più “debole”, mentre Wet Dream è il cd che ho apprezzato di più. Malinconico, trasognante e atmosferico in pieno stile Pink Floyd.
Un artista da non sottovalutare fuori dal contesto principale.
Sito ufficiale dei Pink floyd: http://www.pinkfloyd.co.uk/index.php
lunedì 15 settembre 2008
Sempre più blog....anzi bloghissimo!!!
Bloghissimo.It è un nuovo aggregatore di blog e di notizie provenienti da vari blog, utile per divulgare notizie e informazioni, e dunque promuovere, il proprio sito/blog.
Aderire è semplice: basta iscriversi scegliendo la categoria più appropriata in cui inserire il proprio sito, e attendere la risposta da parte degli amministratori che dovranno accertare il contenuto e la qualità degli argomenti trattati.
Una volta ottenuta l’approvazione si riceve una comunicazione via e-mail, e il gioco è fatto.
Il mio blog è stato inserito nella sezione “Libri e Dintorni”.
Aderire è semplice: basta iscriversi scegliendo la categoria più appropriata in cui inserire il proprio sito, e attendere la risposta da parte degli amministratori che dovranno accertare il contenuto e la qualità degli argomenti trattati.
Una volta ottenuta l’approvazione si riceve una comunicazione via e-mail, e il gioco è fatto.
Il mio blog è stato inserito nella sezione “Libri e Dintorni”.
sabato 13 settembre 2008
Selezionata Elanor al concorso I Poeti dell'Adda 2008
"Gentile Poeta, gentile Poetessa,
con la presente Le confermiamo di avere ricevuto la Sua opera partecipante al concorso Letterario I Poeti dell’Adda 2008 e che la poesia sopra indicata è stata giudicata dalla Giuria meritevole di essere inserita nell’antologia che racchiuderà le opere più significative che hanno partecipato a questa edizione del Premio."
Come da comunicazione ricevuta per posta proprio ieri, la poesia Elanor, contenuta nella mia raccolta di poesie Gli Occhi di Sonia e concorrente al premio Poeti dell’Adda 2008, è stata giudicata come "meritevole" di pubblicazione nell’antologia che ogni anno viene realizzata in occasione di questo concorso, organizzato dal Club degli Autori.
Questa selezione ovviamente non equivale alla vittoria vera e proprio del concorso. La giuria del premio infatti sta ancora finendo di valutare i lavori per stabilire la classifica finale, e dunque il vincitore.
Vedremo come andrà a finire!
Tutte le informazioni e i risultati dei concorsi sul sito www.club.it
con la presente Le confermiamo di avere ricevuto la Sua opera partecipante al concorso Letterario I Poeti dell’Adda 2008 e che la poesia sopra indicata è stata giudicata dalla Giuria meritevole di essere inserita nell’antologia che racchiuderà le opere più significative che hanno partecipato a questa edizione del Premio."
Come da comunicazione ricevuta per posta proprio ieri, la poesia Elanor, contenuta nella mia raccolta di poesie Gli Occhi di Sonia e concorrente al premio Poeti dell’Adda 2008, è stata giudicata come "meritevole" di pubblicazione nell’antologia che ogni anno viene realizzata in occasione di questo concorso, organizzato dal Club degli Autori.
Questa selezione ovviamente non equivale alla vittoria vera e proprio del concorso. La giuria del premio infatti sta ancora finendo di valutare i lavori per stabilire la classifica finale, e dunque il vincitore.
Vedremo come andrà a finire!
Tutte le informazioni e i risultati dei concorsi sul sito www.club.it
giovedì 11 settembre 2008
Verso nord!
martedì 9 settembre 2008
Reinterpretare il passato (a suon di musica)
Oltre che da poche ma belle letture, l’estate 2008 è stata accompagnata dall’ascolto (come sempre del resto) di buona musica. Così, dopo avere in parte scoperto e in parte rispolverato l’intera discografia dei Manowar, mi sono ritrovato per le mani questo piccolo gioellino intitolato “To Death and Beyond…” dei Battleroar, un gruppo greco (dal cantante italiano), che mi ha davvero sorpreso.
Incuriosito da una recensione positiva su un noto sito di musica rock, ho acquistato questo cd a occhi chiusi, e devo dire che era da tanto tempo che non ascoltavo musica così carica, esaltante e trascinante.
I Battleroar sono l’esempio lampante di come sia possibile reinterpretare il passato: sfruttare la tradizione per creare qualcosa di nuovo senza per forza cadere nella ripetizione, nel “già sentito” e, come troppo spesso accade, nella citazione palese.
Ascoltando le nove tracce che compongono questo cd è molto facile sentire l'influenza dei gruppi storici. Manowar e Iron Maiden la fanno da padrone a più riprese, ma non potrebbe essere altrimenti, quando si “maneggia” un genere ormai saturo come l’heavy metal.
Ma i Battleroar ce la mettono davvero tutta, e grazie a un songwriting creativo e ispirato danno vita davvero a della bella musica.
A mio parere l’arma vincente del cd è il “tiro”, l’irruenza e la carica delle canzoni che assalgono l’ascoltatore e lo invitano a immedesimarsi nei testi guerreschi e battaglieri (ben fatti e per niente banali), nonché a premere – pericolosamente – sull’acceleratore…
In un periodo in cui la maggior parte delle band (inflazionate e non) puntano tutto sulla produzione ultra perfetta e sul ritornello facile (a discapito dell'aspetto compositivo) , i Battleroar assalgono e colpiscono come da tanto non sentivo.
Si parte alla grande con l’ottima “The Wrathforge”, poi “Dragonhelm” (dal break centrale davvero tirato), per arrivare alla prima perla del cd: “Finis Mundi”. Un brano di oltre 8 minuti, potente e oscuro, dove i Battleroar si dimostrano in grado di creare atmosfere.
I due ottimi brani successivi (“Metal Hellas” e “Hyrkanian Blades”) conducono alla seconda perla del cd: “Oceans of Pain”, un brano carico di atmosfere malinconiche (soprattutto nel break centrale, costruito utilizzando un violino sintetizzato) potente e suggestivo, della durata di oltre 10 minuti, dove i Battleroar sfoggiano una buona tecnica e personalità.
Con “Born in the ’70” si fa un tuffo nel migliore hard rock degli anni ’80, mentre nella prorompente “Warlord of Mars” la vena “maideniana” emerge notevolmente (impossibile non pensare a “The Trooper”).
Chiude il capitolo “Death Before Disgrace” (la mia preferita), dall’incedere eroico e battagliero, un’altra lunga canzone dove tecnica, potenza e suggestione la fanno da padrone. Molto bella la parte finale, una vera e propria marcia di guerra che non potrà non farvi immedesimare nella lotta dei nostri eroi…e di nuovo a spingere sull’acceleratore!
Pur essendo il cd di ottimo livello non si può certo parlare di capolavoro: la qualità della produzione è piuttosto lontana dalla perfezione (complice anche la giovinezza della band, e quindi del budget insufficiente): a volte il suono della chitarra è “impastato” e la batteria in più punti è in secondo piano. Ma il vero punto debole, a mio avviso, è la voce del cantante. Grintosa, potente ed espressiva quanto e quando serve, ma, fondamentalmente e semplicemente, non bella.
Piccoli particolari però che rimangono in secondo piano grazie alla qualità della musica composta, che oltre al sopra citato “tiro”, offre “giri” originali, ottimi arrangiamenti e finalmente begli assoli di chitarra (cosa rara in questi ultimi tempi).
Ho avuto modo di ascoltare anche il secondo cd dei Battleroar (Age of Chaos, del 2005), che sinceramente non mi è piaciuto per niente. Questo “To Death and Beyond…” è la terza prova del gruppo, il primo traguardo importante per una band, e visti i risultati, credo che ci sia da aspettarsi molto da questi ragazzi.
BATTLEROAR - To Death And Beyond...(2008)
Tracklist
1. The Wrathforge
2. Dragonhelm
3. Finis Mundi
4. Metal From Hellas
5. Hyrkanian Blades
6. Oceans Of Pain
7. Born In The 70's
8. Warlord Of Mars
9. Death Before Disgrace
Durata totale 00:59:06
Sito web ufficiale http://www.battleroar.com/ (al momento non aggiornato)
I Battleroar sono l’esempio lampante di come sia possibile reinterpretare il passato: sfruttare la tradizione per creare qualcosa di nuovo senza per forza cadere nella ripetizione, nel “già sentito” e, come troppo spesso accade, nella citazione palese.
Ascoltando le nove tracce che compongono questo cd è molto facile sentire l'influenza dei gruppi storici. Manowar e Iron Maiden la fanno da padrone a più riprese, ma non potrebbe essere altrimenti, quando si “maneggia” un genere ormai saturo come l’heavy metal.
Ma i Battleroar ce la mettono davvero tutta, e grazie a un songwriting creativo e ispirato danno vita davvero a della bella musica.
A mio parere l’arma vincente del cd è il “tiro”, l’irruenza e la carica delle canzoni che assalgono l’ascoltatore e lo invitano a immedesimarsi nei testi guerreschi e battaglieri (ben fatti e per niente banali), nonché a premere – pericolosamente – sull’acceleratore…
In un periodo in cui la maggior parte delle band (inflazionate e non) puntano tutto sulla produzione ultra perfetta e sul ritornello facile (a discapito dell'aspetto compositivo) , i Battleroar assalgono e colpiscono come da tanto non sentivo.
Si parte alla grande con l’ottima “The Wrathforge”, poi “Dragonhelm” (dal break centrale davvero tirato), per arrivare alla prima perla del cd: “Finis Mundi”. Un brano di oltre 8 minuti, potente e oscuro, dove i Battleroar si dimostrano in grado di creare atmosfere.
I due ottimi brani successivi (“Metal Hellas” e “Hyrkanian Blades”) conducono alla seconda perla del cd: “Oceans of Pain”, un brano carico di atmosfere malinconiche (soprattutto nel break centrale, costruito utilizzando un violino sintetizzato) potente e suggestivo, della durata di oltre 10 minuti, dove i Battleroar sfoggiano una buona tecnica e personalità.
Con “Born in the ’70” si fa un tuffo nel migliore hard rock degli anni ’80, mentre nella prorompente “Warlord of Mars” la vena “maideniana” emerge notevolmente (impossibile non pensare a “The Trooper”).
Chiude il capitolo “Death Before Disgrace” (la mia preferita), dall’incedere eroico e battagliero, un’altra lunga canzone dove tecnica, potenza e suggestione la fanno da padrone. Molto bella la parte finale, una vera e propria marcia di guerra che non potrà non farvi immedesimare nella lotta dei nostri eroi…e di nuovo a spingere sull’acceleratore!
Pur essendo il cd di ottimo livello non si può certo parlare di capolavoro: la qualità della produzione è piuttosto lontana dalla perfezione (complice anche la giovinezza della band, e quindi del budget insufficiente): a volte il suono della chitarra è “impastato” e la batteria in più punti è in secondo piano. Ma il vero punto debole, a mio avviso, è la voce del cantante. Grintosa, potente ed espressiva quanto e quando serve, ma, fondamentalmente e semplicemente, non bella.
Piccoli particolari però che rimangono in secondo piano grazie alla qualità della musica composta, che oltre al sopra citato “tiro”, offre “giri” originali, ottimi arrangiamenti e finalmente begli assoli di chitarra (cosa rara in questi ultimi tempi).
Ho avuto modo di ascoltare anche il secondo cd dei Battleroar (Age of Chaos, del 2005), che sinceramente non mi è piaciuto per niente. Questo “To Death and Beyond…” è la terza prova del gruppo, il primo traguardo importante per una band, e visti i risultati, credo che ci sia da aspettarsi molto da questi ragazzi.
BATTLEROAR - To Death And Beyond...(2008)
Tracklist
1. The Wrathforge
2. Dragonhelm
3. Finis Mundi
4. Metal From Hellas
5. Hyrkanian Blades
6. Oceans Of Pain
7. Born In The 70's
8. Warlord Of Mars
9. Death Before Disgrace
Durata totale 00:59:06
Sito web ufficiale http://www.battleroar.com/ (al momento non aggiornato)
domenica 31 agosto 2008
"Parole non dette o perdute" - recensione de Gli occhi di Sonia
a cura di Antonio Montanari
Riccardo Bertozzi ha pubblicato una raccolta di liriche, "Gli occhi di Sonia" (ed. Giraldi, Bologna), avendo cura di premettervi un interessante "avviso dell'autore al lettore". Che non è una divagazione né una confessione "a latere" rispetto ai testi offerti. E' un semplice, onesto invito a considerare "che valore può avere la poesia" nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Queste le parole conclusive dell'avviso. Dove quasi all'inizio "mette le mani avanti" con un altro passaggio, meno personale, non autobiografico (pure nel senso esteso anche al lettore), ma rigorosamente critico: "la corsa forsennata verso l'interpretazione di un testo letterario non sempre è la giusta chiave per capirne il vero significato". … continua...
Clicca QUI per leggere l'articolo intero.
Il Prof. Antonio Montanari si occupa di giornalismo e studi storici. E’ stato insegnante presso diversi istituti superiori statali ed ha all’attivo importanti pubblicazioni storiche e filosofiche, molte delle quali riguardanti il suo paese natio: Rimini (e la Romagna in generale).
Attualmente cura diversi blog tra cui questo "Rimini si racconta" (http://blog.riviera.rimini.it/antonio_montanari/), dedicato appunto a storie, notizie, eventi e curiosità di Rimini e della rivera romagnola.
Ringrazio di cuore il prof. Montanari per le belle parole spese sul mio libro.
Riccardo Bertozzi ha pubblicato una raccolta di liriche, "Gli occhi di Sonia" (ed. Giraldi, Bologna), avendo cura di premettervi un interessante "avviso dell'autore al lettore". Che non è una divagazione né una confessione "a latere" rispetto ai testi offerti. E' un semplice, onesto invito a considerare "che valore può avere la poesia" nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Queste le parole conclusive dell'avviso. Dove quasi all'inizio "mette le mani avanti" con un altro passaggio, meno personale, non autobiografico (pure nel senso esteso anche al lettore), ma rigorosamente critico: "la corsa forsennata verso l'interpretazione di un testo letterario non sempre è la giusta chiave per capirne il vero significato". … continua...
Clicca QUI per leggere l'articolo intero.
Il Prof. Antonio Montanari si occupa di giornalismo e studi storici. E’ stato insegnante presso diversi istituti superiori statali ed ha all’attivo importanti pubblicazioni storiche e filosofiche, molte delle quali riguardanti il suo paese natio: Rimini (e la Romagna in generale).
Attualmente cura diversi blog tra cui questo "Rimini si racconta" (http://blog.riviera.rimini.it/antonio_montanari/), dedicato appunto a storie, notizie, eventi e curiosità di Rimini e della rivera romagnola.
Ringrazio di cuore il prof. Montanari per le belle parole spese sul mio libro.
venerdì 22 agosto 2008
Risultati concorso Poesia in Strada 2008
A questo indirizzo la lista delle poesie selezionate e delle 3 vincitrici del concorso "Poesia in Strada 2008", al quale ho partecipato.
Di seguito le mie due poesie inviate:
“L’ALCIONE”©
Come bianchi petali
nel vento di primavera,
fluttuano leggeri gli echi
di un’antica melodia.
Dalla terra al cielo,
un’azzurra armonia
commuove la natura,
e riunisce tutto il creato.
I cigni si cingono d’argento.
I mari, di puro oro brillano.
I guardiani abbandonano
gli antichi castelli.
Da abissi dimenticati
un canto soave si innalza.
E’ il sogno del sublime,
che nel tempo infinito risuona.
(marzo 2007)
“NUOVO AUTUNNO”©
Facile fu innamorarsi di te.
Dei fiori che innocente coglievi,
del miele che amorevolmente profondevi.
Un autunno di solitudine poi scese,
su tutte le nostre vite.
Sugli occhi spenti, e tristi,
di tutti noi.
Nella malinconia del mare,
perdo me stesso,
e tutto il mio amore.
(ottobre 2007)
Di seguito le mie due poesie inviate:
“L’ALCIONE”©
Come bianchi petali
nel vento di primavera,
fluttuano leggeri gli echi
di un’antica melodia.
Dalla terra al cielo,
un’azzurra armonia
commuove la natura,
e riunisce tutto il creato.
I cigni si cingono d’argento.
I mari, di puro oro brillano.
I guardiani abbandonano
gli antichi castelli.
Da abissi dimenticati
un canto soave si innalza.
E’ il sogno del sublime,
che nel tempo infinito risuona.
(marzo 2007)
“NUOVO AUTUNNO”©
Facile fu innamorarsi di te.
Dei fiori che innocente coglievi,
del miele che amorevolmente profondevi.
Un autunno di solitudine poi scese,
su tutte le nostre vite.
Sugli occhi spenti, e tristi,
di tutti noi.
Nella malinconia del mare,
perdo me stesso,
e tutto il mio amore.
(ottobre 2007)
mercoledì 20 agosto 2008
Il sentiero nel bosco - di Adalbert Stifter
Nonostante la stanchezza e la calura di quest’estate inaspettatamente bollente, ho trovato uno “scorcio” di tempo per una breve lettura: "Il sentiero nel bosco" di Adalbert Stifter.
Avevo letto qualcosa su questo autore ai tempi dell’università, per un esame sulla storia della cultura tedesca (mi pare), e il nome mi è balzato agli occhi curiosando qua e la su IBS.
La trama ha subito catturato la mia attenzione e dunque via…l’ho comprato.
E’ la storia di Theodor Kneight, unico rampollo di una famiglia austriaca, malato incurabile di un’ipocondria al limite del mianacale.
Tra assurde manie e ossessioni, si fa convincere da un medico del luogo (a detta degli abitanti un tipo “strano e matto”, per la sua convinzione dell’inutilità delle medicine, e che le cure migliori consistono nel condurre una vita sana a contatto con la natura) a praticare delle cure termali.
Trascorre quindi un’estate intera in un centro termale situato nel cuore delle alpi austriache.
Qui Theodor si dedica a lunghe passeggiate nei boschi che, se in un primo momento gli appaiono luoghi ostili e tenebrosi, giorno dopo giorno diventano il luogo ideale per la cura del corpo e dell’anima.
Proprio durante una delle sue escursioni Theodor incontra Maria, una contadina giovane e bella della quale si innamora.
La caratteristica migliore di questo libro è sicuramente la descrizione dei luoghi (dei boschi soprattutto) e della natura in generale.
Studioso di scienza, fisica e matematica, certamente Stifter conosceva profondamente l’ambiente naturale che descrive in questa breve storia (e in generale in tutte le sue opere), tanto da lanciarsi in lunghe, minuziose e raffinate descrizioni nella migliore tradizione della letteratura naturalsitica.
La poesia di certi passaggi fa pensare ai primi romanzi di Goethe (il Werther tra tutti), o anche a Hermann Hesse (in più punti mi è tornato in mente “Narciso e Boccadoro”).
E proprio la natura è la vera protagonista in questo romanzo. Non affascina soltanto per la sue bellezze, ma soprattutto perchè suggerisce al lettore informazioni sul trascorrere del tempo, sul protagonista, sui suoi sentimenti e stati d’animo: i raggi del sole che si riversano nelle stanze della casupola di Maria sono simbolo di buon auspicio per ciò che succederà a Theodor e Maria (la loro unione); il muschio bagnato sulle rocce, le chiome fitte degli alberi e i sentieri sconnessi indicano le paure di Theodor; i sentieri ben battuti indicano sicurezza e la via giusta da seguire.
Lentamente Theodor impara ad apprezzare le bellezze dei luoghi che quotidianamente esplora, diventando parte di un mondo naturale governato da leggi eterne ed immutabili.
Questo mondo idilliaco è reso "apollineo" dalla figura di Maria, creatura dolce e leggiadra (alla stregua di una driade) completamente immersa in un mondo che si erge a simbolo della natura contrapposta alla nascente civiltà moderna (che tra l'altro qui, e in generale nei romanzi di Stifter, non compare mai).
La sua umiltà, le movenze docili e composte, tra le quali spicca la raccolta delle fragole (ancora una volta è la natura a rivelare i sentimenti, in questo caso le fragole rappresentano l’intimità e l’amore tra i protagonisti), dischiudono a Theodor un mondo fino a quel momento sconosciuto. Scoprirà, fondamentalmente, l’amore. Alla fine Theodor chiederà Maria in sposa, seguendo il consiglio del folle medico all’inizio racconto, di trovarsi una moglie per guarire da tutti i mali.
Quel sentiero nel bosco, che conduce a un mondo fatto di luce e vita pulsante ed elementare, e che Theodor fino a quel momento aveva accuratamente evitato per assecondare le sue assurde manie, si rivela essere alla fine la giusta strada verso il raggiungimento della verità, e dunque della felicità.
Il rapporto tra natura e amore (e amore per la natura), trova in questo breve romanzo una delle più dolci e solari rappresentazioni.
Avevo letto qualcosa su questo autore ai tempi dell’università, per un esame sulla storia della cultura tedesca (mi pare), e il nome mi è balzato agli occhi curiosando qua e la su IBS.
La trama ha subito catturato la mia attenzione e dunque via…l’ho comprato.
E’ la storia di Theodor Kneight, unico rampollo di una famiglia austriaca, malato incurabile di un’ipocondria al limite del mianacale.
Tra assurde manie e ossessioni, si fa convincere da un medico del luogo (a detta degli abitanti un tipo “strano e matto”, per la sua convinzione dell’inutilità delle medicine, e che le cure migliori consistono nel condurre una vita sana a contatto con la natura) a praticare delle cure termali.
Trascorre quindi un’estate intera in un centro termale situato nel cuore delle alpi austriache.
Qui Theodor si dedica a lunghe passeggiate nei boschi che, se in un primo momento gli appaiono luoghi ostili e tenebrosi, giorno dopo giorno diventano il luogo ideale per la cura del corpo e dell’anima.
Proprio durante una delle sue escursioni Theodor incontra Maria, una contadina giovane e bella della quale si innamora.
La caratteristica migliore di questo libro è sicuramente la descrizione dei luoghi (dei boschi soprattutto) e della natura in generale.
Studioso di scienza, fisica e matematica, certamente Stifter conosceva profondamente l’ambiente naturale che descrive in questa breve storia (e in generale in tutte le sue opere), tanto da lanciarsi in lunghe, minuziose e raffinate descrizioni nella migliore tradizione della letteratura naturalsitica.
La poesia di certi passaggi fa pensare ai primi romanzi di Goethe (il Werther tra tutti), o anche a Hermann Hesse (in più punti mi è tornato in mente “Narciso e Boccadoro”).
E proprio la natura è la vera protagonista in questo romanzo. Non affascina soltanto per la sue bellezze, ma soprattutto perchè suggerisce al lettore informazioni sul trascorrere del tempo, sul protagonista, sui suoi sentimenti e stati d’animo: i raggi del sole che si riversano nelle stanze della casupola di Maria sono simbolo di buon auspicio per ciò che succederà a Theodor e Maria (la loro unione); il muschio bagnato sulle rocce, le chiome fitte degli alberi e i sentieri sconnessi indicano le paure di Theodor; i sentieri ben battuti indicano sicurezza e la via giusta da seguire.
Lentamente Theodor impara ad apprezzare le bellezze dei luoghi che quotidianamente esplora, diventando parte di un mondo naturale governato da leggi eterne ed immutabili.
Questo mondo idilliaco è reso "apollineo" dalla figura di Maria, creatura dolce e leggiadra (alla stregua di una driade) completamente immersa in un mondo che si erge a simbolo della natura contrapposta alla nascente civiltà moderna (che tra l'altro qui, e in generale nei romanzi di Stifter, non compare mai).
La sua umiltà, le movenze docili e composte, tra le quali spicca la raccolta delle fragole (ancora una volta è la natura a rivelare i sentimenti, in questo caso le fragole rappresentano l’intimità e l’amore tra i protagonisti), dischiudono a Theodor un mondo fino a quel momento sconosciuto. Scoprirà, fondamentalmente, l’amore. Alla fine Theodor chiederà Maria in sposa, seguendo il consiglio del folle medico all’inizio racconto, di trovarsi una moglie per guarire da tutti i mali.
Quel sentiero nel bosco, che conduce a un mondo fatto di luce e vita pulsante ed elementare, e che Theodor fino a quel momento aveva accuratamente evitato per assecondare le sue assurde manie, si rivela essere alla fine la giusta strada verso il raggiungimento della verità, e dunque della felicità.
Il rapporto tra natura e amore (e amore per la natura), trova in questo breve romanzo una delle più dolci e solari rappresentazioni.
venerdì 1 agosto 2008
lunedì 28 luglio 2008
Delle “pagine amiche”…Un piacevole commento a “Gli Occhi di Sonia”
Qualche anno fa, tramite una comune amica, feci la “virtuale” conoscenza della Signora Marisa, proprietaria di un albergo di Gabicce Mare.
Virtuale perchè dopo 4 anni, non ci siamo ancora ne visti ne parlati.
Appassionata di poesia e letteratura in generale, quando seppe che avevo pubblicato un libro ne volle subito una copia.
Qualche tempo dopo mi scrisse una lettera con un suo commento, che riporto qui sotto per intero.
"Caro Riccardo,
finalmente mi è dato una briciola di più tempo e mi sono concessa non le piccole, veloci o leggere letture, ma le tue pagine!
Perché un poeta deve dare chiarimenti e spiegare quello che scrive?! (1)
La poesia è sintesi, è intima e…tanto. Ho sempre avuto timore quando era chiesto su qualche avvenimento un parere ad un poeta. Luzi era sintetico, parlava con gli occhi, era un piccolo grande uomo. Come forse è anche vero che dobbiamo solo prendere, elaborare, sentire ciò che con lo scritto arriva ad ognuno di noi senza scavare nel buon autore di turno.
Piange il cielo in una notte di agosto (2), ti prego alza gli occhi, molte stelle avranno luce nuova, buttati in questo mare e rischia.
Sonia nella mia lettura si è rivelata come un cammino, un arco di vita, una strada a divenire, un lungo sentiero lungo e pietroso.
Sono convinta che giorno dopo giorno ci sia necessità a parità dell’acqua di pagine amiche".
Ringrazio davvero di cuore Marisa per le belle parole, è stata una delle poche persone ad avermi scritto dopo avere letto il libro.
Due cose ho particolarmente apprezzato di questa breve ma intensa lettera: notare che la lettura del libro ha suscitato un'immagine e dunque un’interpretazione personale della figura di Sonia (confesso che l'idea del "cammino" è stata una piacevole rivelazione anche per me); il concetto delle “pagine amiche”, che condivido pienamente. Il vero gusto della lettura è immedesimarsi nelle storie che si leggono, sentirsi bene dopo aver letto qualcosa, sapere di poter contare su una poesia o la pagina di un romanzo, per trovare conforto e compagnia.
Note:
1) qui si riferisce all'introduzione del libro, scritta da me. Diverse persone mi hanno criticato per aver scritto un'introduzione: non per il contenuto, ma per il fatto di essermi sentito obbligato a spiegare ciò che ho scritto. Ci ho pensato e ripensato, ma ancora rimango pienamente convinto di averlo fatto: avere fatto da guida (breve) al lettore nel percorso di lettura.
2) si riferisce alla poesia "Pioggia di agosto".
Virtuale perchè dopo 4 anni, non ci siamo ancora ne visti ne parlati.
Appassionata di poesia e letteratura in generale, quando seppe che avevo pubblicato un libro ne volle subito una copia.
Qualche tempo dopo mi scrisse una lettera con un suo commento, che riporto qui sotto per intero.
"Caro Riccardo,
finalmente mi è dato una briciola di più tempo e mi sono concessa non le piccole, veloci o leggere letture, ma le tue pagine!
Perché un poeta deve dare chiarimenti e spiegare quello che scrive?! (1)
La poesia è sintesi, è intima e…tanto. Ho sempre avuto timore quando era chiesto su qualche avvenimento un parere ad un poeta. Luzi era sintetico, parlava con gli occhi, era un piccolo grande uomo. Come forse è anche vero che dobbiamo solo prendere, elaborare, sentire ciò che con lo scritto arriva ad ognuno di noi senza scavare nel buon autore di turno.
Piange il cielo in una notte di agosto (2), ti prego alza gli occhi, molte stelle avranno luce nuova, buttati in questo mare e rischia.
Sonia nella mia lettura si è rivelata come un cammino, un arco di vita, una strada a divenire, un lungo sentiero lungo e pietroso.
Sono convinta che giorno dopo giorno ci sia necessità a parità dell’acqua di pagine amiche".
Ringrazio davvero di cuore Marisa per le belle parole, è stata una delle poche persone ad avermi scritto dopo avere letto il libro.
Due cose ho particolarmente apprezzato di questa breve ma intensa lettera: notare che la lettura del libro ha suscitato un'immagine e dunque un’interpretazione personale della figura di Sonia (confesso che l'idea del "cammino" è stata una piacevole rivelazione anche per me); il concetto delle “pagine amiche”, che condivido pienamente. Il vero gusto della lettura è immedesimarsi nelle storie che si leggono, sentirsi bene dopo aver letto qualcosa, sapere di poter contare su una poesia o la pagina di un romanzo, per trovare conforto e compagnia.
Note:
1) qui si riferisce all'introduzione del libro, scritta da me. Diverse persone mi hanno criticato per aver scritto un'introduzione: non per il contenuto, ma per il fatto di essermi sentito obbligato a spiegare ciò che ho scritto. Ci ho pensato e ripensato, ma ancora rimango pienamente convinto di averlo fatto: avere fatto da guida (breve) al lettore nel percorso di lettura.
2) si riferisce alla poesia "Pioggia di agosto".
mercoledì 23 luglio 2008
Premio di Poesia Poeti dell'Adda 2008 - XIII Edizione
“ELANOR”©
Parlami Sonia, parla ancora
una sola volta al mio cuore,
che ha fatto della tua voce
il canto della luce, e del vero.
Ascoltami Sonia, ascolta ancora
con aria serena, il folle suono
dei miei vecchi pensieri.
E si che di segreti sei parte e custode!
Restiamo svegli, ancora un po’,
nell’abbraccio tiepido e silenzioso
dell’ora ormai tarda.
Evocando ricordi e sentieri
di mondi lontani, persi nell’ombra.
Ma quanta distanza ora ci separa!
Tu sei lontana, e silenziosa.
Dove sono tutte le parole,
che allora fermavano il tempo?
Abbracciami Sonia, una volta ancora,
e stringimi forte come tanto tempo fa,
quando nell’ora buia della tua partenza
piansi per una fine, che ormai è certa.
Mai ti dissi la verità nascosta.
Eclissarmi nel buio dei tuoi occhi,
e con Elanor tra i lunghi capelli,
il tuo bel viso impreziosire.
(Marzo 2003)
La poesia "Elanor", contenuta nel mio libro "Gli Occhi di Sonia", parteciparà al Premio di poesia "Poeti dell'Adda 2008" (XII edizione), a tema libero.
Tra le tante poesie della raccolta "Elanor" è quella a cui tengo di più, perchè più di tutte rappresenta al meglio la figura di Sonia, vista e vissuta attraverso i miei occhi.
Nel libro "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, l'elanor è un fiore dorato a forma di stella di particolare bellezza, che cresce nei giardini di Lothlorien. Simbolo di bellezza e di purezza, spingerà Sam Gamgee a chiamare sua figlia Elanor.
L'elanor è l'unico fiore in natura che può rappresentare Sonia.
Parlami Sonia, parla ancora
una sola volta al mio cuore,
che ha fatto della tua voce
il canto della luce, e del vero.
Ascoltami Sonia, ascolta ancora
con aria serena, il folle suono
dei miei vecchi pensieri.
E si che di segreti sei parte e custode!
Restiamo svegli, ancora un po’,
nell’abbraccio tiepido e silenzioso
dell’ora ormai tarda.
Evocando ricordi e sentieri
di mondi lontani, persi nell’ombra.
Ma quanta distanza ora ci separa!
Tu sei lontana, e silenziosa.
Dove sono tutte le parole,
che allora fermavano il tempo?
Abbracciami Sonia, una volta ancora,
e stringimi forte come tanto tempo fa,
quando nell’ora buia della tua partenza
piansi per una fine, che ormai è certa.
Mai ti dissi la verità nascosta.
Eclissarmi nel buio dei tuoi occhi,
e con Elanor tra i lunghi capelli,
il tuo bel viso impreziosire.
(Marzo 2003)
La poesia "Elanor", contenuta nel mio libro "Gli Occhi di Sonia", parteciparà al Premio di poesia "Poeti dell'Adda 2008" (XII edizione), a tema libero.
Tra le tante poesie della raccolta "Elanor" è quella a cui tengo di più, perchè più di tutte rappresenta al meglio la figura di Sonia, vista e vissuta attraverso i miei occhi.
Nel libro "Il Signore degli Anelli" di Tolkien, l'elanor è un fiore dorato a forma di stella di particolare bellezza, che cresce nei giardini di Lothlorien. Simbolo di bellezza e di purezza, spingerà Sam Gamgee a chiamare sua figlia Elanor.
L'elanor è l'unico fiore in natura che può rappresentare Sonia.
venerdì 18 luglio 2008
L'immenso
Qui di seguito una delle due poesie che hanno partecipato al concorso "Poesia in Strada 2008", e che non sono state selezionate.
“L’IMMENSO” ©
a Christine
Silenzio d’argento
dagli astri scende,
e su foglie in estasi,
come brina d’inverno,
si posa.
Il giardino è in fiore.
Il sentiero libero.
Madre Natura rinasce.
Fra i suoi seni rigogliosi,
ci accoglie.
D’oro risuonano i fiori
al tocco del sole.
Come arpe in sogno
accarezzate dal vento,
ci libriamo.
Fragranze dei tempi.
L’azzurro è ovunque.
Tra segreti sospiri,
il senso dell’immenso,
si rivela.
(novembre 2006)
venerdì 11 luglio 2008
martedì 1 luglio 2008
Un libro originale
Tempo fa mi imbattei casualmente in una discussione presente sul blog di Simona Gervasone, riguardante l’attività svolta dalla Casa Editrice Giraldi di Bologna, con la quale anche io ho pubblicato.
Un commento alla discussione fu postato da Luca Martini, un giovane autore anche lui della “scuderia” Giraldi, per la quale ha pubblicato la sua terza raccolta di poesia intitolata “Partitura compiuta per pensieri distratti”, e che ho avuto il piacere di apprezzare.
Mi ha incuriosito subito la specifica del genere del libro, poesia e musica, riportata sulla copertina, e dopo un cordiale scambio di e-mail con Luca Martini (sulla difficoltà di vendere i libri di poesia), ho acquistato il libro.
E devo dire che mi sono trovato di fronte a un libro estremamente originale. L’originalità dell’opera sta proprio nel rapporto tra musica e poesia, sul quale si basa. Ogni poesia infatti è affiancata a un brano musicale (del quale vengono citati titolo, autore e album di riferimento) che probabilmente ha ispirato l’autore nel processo di scrittura.
Questa scelta è la precisa volontà di Martini, grande appassionato di musica (nonché musicista e compositore), di presentare alla sua maniera le proprie creazioni letterarie, o meglio come lui stesso specifica nell’introduzione, “qualche pensiero distratto insieme ad un consiglio musicale, ed anche un modo per trasmettervi, per comunicarvi alcuni dei brani che amo di più, che mi fregio di ricollegare ai miei scritti”.
E l’esperimento riesce proprio bene, anche se credo che per poter apprezzare a pieno le liriche di questa raccolta, bisogna in qualche modo conoscere i brani abbinati, o l’autore.
Spesso infatti il testo e il titolo delle poesie si ricollegano direttamente ai testi delle canzoni citate, e conoscerle permette al meglio di immergersi nella lettura.
Ed è proprio per questo motivo che le poesie che ho apprezzato di più, sono quelle delle quali conoscevo il brano abbinato (che ovviamente ho ascoltato durante la lettura).
E’ il caso quindi de “L’abbraccio”, accompagnato dalla splendida “The Cinema Show” dei Genesis, tratta dal capolavoro “Selling England By The Pound” (del 1973), o de “La maschera dello specchio”, abbinata a “Mystic Dreams” di Lorena McKennit, e ancora “Gli angeli”, abbinata a “Gli Angeli” di Vasco Rossi e “Inverno”, con “Winter” di Tori Amos.
Interessante è poi notare la vasta cultura musicale di Martini, che spazia dalla musica classica al rock, passando per il jazz più raffinato e il rock progressivo (italiano) ricercato degli anni Settanta.
Da appassionato di musica, sono convinto che la musica più che ascoltata vada vissuta.
Non si deve intendere l’ascolto come il semplice fluire di suoni da un orecchio all'altro. La musica va ascoltata innanzitutto con il cuore. Va lasciata libera di espandersi e attraversarci completamente, per poter fare affiorare emozioni e sensazioni. Ascoltare significa in definitiva lasciarsi circondare, avvolgere (e quanto serve anche travolgere) da immagini ed emozioni che nella nostra mente e nel nostro cuore grazie alla musica riescono a prendere forma.
Ed è con questo spirito che va letto il libro. Soltanto abbandonandosi alle emozioni della musica è possibile comprendere le immagini e la forza dei versi (non sempre facili) della poesia di Martini.
Il libro è reperibile su IBS a questo link.
Un commento alla discussione fu postato da Luca Martini, un giovane autore anche lui della “scuderia” Giraldi, per la quale ha pubblicato la sua terza raccolta di poesia intitolata “Partitura compiuta per pensieri distratti”, e che ho avuto il piacere di apprezzare.
Mi ha incuriosito subito la specifica del genere del libro, poesia e musica, riportata sulla copertina, e dopo un cordiale scambio di e-mail con Luca Martini (sulla difficoltà di vendere i libri di poesia), ho acquistato il libro.
E devo dire che mi sono trovato di fronte a un libro estremamente originale. L’originalità dell’opera sta proprio nel rapporto tra musica e poesia, sul quale si basa. Ogni poesia infatti è affiancata a un brano musicale (del quale vengono citati titolo, autore e album di riferimento) che probabilmente ha ispirato l’autore nel processo di scrittura.
Questa scelta è la precisa volontà di Martini, grande appassionato di musica (nonché musicista e compositore), di presentare alla sua maniera le proprie creazioni letterarie, o meglio come lui stesso specifica nell’introduzione, “qualche pensiero distratto insieme ad un consiglio musicale, ed anche un modo per trasmettervi, per comunicarvi alcuni dei brani che amo di più, che mi fregio di ricollegare ai miei scritti”.
E l’esperimento riesce proprio bene, anche se credo che per poter apprezzare a pieno le liriche di questa raccolta, bisogna in qualche modo conoscere i brani abbinati, o l’autore.
Spesso infatti il testo e il titolo delle poesie si ricollegano direttamente ai testi delle canzoni citate, e conoscerle permette al meglio di immergersi nella lettura.
Ed è proprio per questo motivo che le poesie che ho apprezzato di più, sono quelle delle quali conoscevo il brano abbinato (che ovviamente ho ascoltato durante la lettura).
E’ il caso quindi de “L’abbraccio”, accompagnato dalla splendida “The Cinema Show” dei Genesis, tratta dal capolavoro “Selling England By The Pound” (del 1973), o de “La maschera dello specchio”, abbinata a “Mystic Dreams” di Lorena McKennit, e ancora “Gli angeli”, abbinata a “Gli Angeli” di Vasco Rossi e “Inverno”, con “Winter” di Tori Amos.
Interessante è poi notare la vasta cultura musicale di Martini, che spazia dalla musica classica al rock, passando per il jazz più raffinato e il rock progressivo (italiano) ricercato degli anni Settanta.
Da appassionato di musica, sono convinto che la musica più che ascoltata vada vissuta.
Non si deve intendere l’ascolto come il semplice fluire di suoni da un orecchio all'altro. La musica va ascoltata innanzitutto con il cuore. Va lasciata libera di espandersi e attraversarci completamente, per poter fare affiorare emozioni e sensazioni. Ascoltare significa in definitiva lasciarsi circondare, avvolgere (e quanto serve anche travolgere) da immagini ed emozioni che nella nostra mente e nel nostro cuore grazie alla musica riescono a prendere forma.
Ed è con questo spirito che va letto il libro. Soltanto abbandonandosi alle emozioni della musica è possibile comprendere le immagini e la forza dei versi (non sempre facili) della poesia di Martini.
Il libro è reperibile su IBS a questo link.
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